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La profondità di campo

Nel nostro articolo sulla distanza iperfocale, abbiamo approfondito le tecniche per riuscire ad ottenere una composizione perfettamente a fuoco, sia per quanto riguarda il primo piano che gli elementi all'orizzonte. Oggi, invece vogliamo approfondire le tecniche per ottenere uno sfocato controllato, in particolare come sfocare lo sfondo, mantenendo il soggetto in primo piano perfettamente a fuoco in modo da conferire all'intera composizione, un senso di profondità e di far concentrare l'attenzione dello spettatore sull'elemento a fuoco eliminando così eventuali “distrazioni”.

Quando parliamo di nitidezza o sfocatura dello sfondo, dobbiamo cominciare a parlare dell'elemento chiamato profondità di campo (per semplificare PDC), e che definisce quali parti della scena inquadrate sono a fuoco e quali no.

Per comprendere bene da cosa dipende la profondità di campo, dobbiamo analizzare i tre fattori che intervengono nella sua definizione:

lunghezza focale

apertura di diaframma

distanza del soggetto.

LUNGHEZZA FOCALE

Parlando di obiettivi e quindi di lunghezza focale, riprendiamo un concetto di cui avevamo già parlato nell'articolo sul funzionamento della macchina fotografica. Come avevamo già accennato nell'articolo in questione, l'obiettivo ha la facoltà di reindirizzare i raggi luminosi verso il sensore della macchina. Le varie lenti che compongono l'ottica, compiono una serie di regolazioni in modo che i diversi raggi convergano verso il sensore. Quando questo punto di congiunzione avviene sul sensore, l'immagine è a fuoco, quelli che invece convergono prima o dopo il sensore, producono un'immagine sfocata.

I raggi luminosi rimbalzano sul soggetto, entrano nella lente e colpiscono il sensore mettendo l'oggetto a fuoco, mentre gli oggetti disposti su una distanza maggiore o minore, risulteranno sfocati. A seconda dell'angolo di ripresa della lente che stiamo utilizzando, è importante tener a mente la seguente piccola regola: maggiore è la lunghezza focale e minore sarà la profondità di campo, mentre minore sarà la focale, maggiore sarà la profondità si campo.

Poiché la profondità di campo determina l'ampiezza dell'area all'interno della quale gli oggetti rimangono nitidi, si usa definire profondità di campo ridotta, quando l'intervallo di distanza in cui gli oggetti sono nitidi è molto piccolo, mentre si dice profondità di campo ampia, quando la gamma è ampia e la maggior parte degli oggetti inquadrati sono ben a fuoco.

Altra cosa da tenere ben a mente è che la PDC vale in entrambe le direzioni. Questo significa che ho un oggetto dietro il mio soggetto principale, e l'oggetto è a fuoco, anche una elemento alla medesima distanza di fronte all'oggetto sarà a fuoco. Se per esempio abbiamo tre file di elementi, la messa a fuoco sull'elemento centrale potrà aiutare a utilizzare l'intera gamma di messa a fuoco in quanto la profondità di campo, influenza il primo piano, la parte anteriore dell'inquadratura e lo sfondo.

APERTURA DEL DIAFRAMMA

Il secondo elemento che determina la PDC, è sicuramente la gestione del diaframma. Come abbiamo visto nell'articolo sul funzionamento del diaframma, la gestione di questo elemento, permette un'importante risorsa creativa per il fotografo. Come sappiamo, la gestione dell'apertura controlla la quantità di luce che entra verso il sensore: maggiore sarà l'apertura e maggiore sarà la quantità di luce e viceversa.

Questo elemento influisce anche sulla profondità di campo in quanto la distanza che restituisce un oggetto nitido si modifica a seconda dell'apertura che viene impostata. Con aperture molto ampie (parliamo di f/1.8 o f/2.8) si ottengono immagini con una profondità di campo ridottissima mantenendo a fuoco solo una piccolissima parte dell'inquadratura. Se proviamo a fotografare un volto con un'apertura f/1.8, mettendo a fuoco l'occhio, avremmo già le ciglia fuori fuoco, senza parlare degli altri elementi del viso.

Al contrario, via via che ci spostiamo verso aperture più ridotte, la profondità di campo aumenta, e la gamma di distanze che permettono una messa a fuco e nitidezza dei vari elementi si ampia. Usando ad esempio un'apertura di f/22, avremo un'inquadratura dove entrerà pochissima luce, ma quasi tutti gli elementi inquadrati saranno a fuoco.

Per capire meglio questo concetto, basta fare un piccolo esperimento. Riprendiamo il concetto delle tre file di oggetti di cui parlavamo prima. Posizionandoci di fronte agli oggetti e, scattando in “priorità di diaframma” proviamo a scattare mettendo a fuoco l'oggetto in primo piano. Scattando con diaframmi molto aperti, avremo l'oggetto in primo piano a fuoco e gli altri completamente sfocati. Man mano che riduciamo l'apertura di diaframma, anche gli oggetti posti dietro al primo piano cominceranno a diventare più nitidi.

 

Conoscere e gestire i diaframmi e le loro aperture, come abbiamo detto all'inizio del paragrafo, serve ad ottenere bellissimi effetti creativi, ma può essere utile anche nella risoluzione di diversi problemi. Uno di quelli più comuni è quello delle foto di gruppo, soprattutto se, come nel caso dei nostri oggetti, sono su più file, quindi a distanze diverse dalla telecamera. La prima cosa che si noterà è che la fila davanti è a fuoco mentre l'ultima è sfocata.

Come detto precedentemente, la prima cosa da fare è mettere a fuoco sull'elemento centrale, in questo caso la fila centrale di persone, perché se mettiamo a fuoco su quella davanti, sprechiamo metà della profondità di campo. Se dopo aver messo a fuoco sulla fila centrale, quella di fondo risultasse ancora sfocata, allora bisognerà gradualmente chiudere il diaframma fin quando non vedremo che tutti gli elementi inquadrati saranno a fuoco (generalmente per le foto di gruppo è necessaria un'apertura f/8 o superiore).

Per quanto riguarda la gamma di apertura del diaframma di una lente, questa dipende moltissimo dalla qualità dell'obiettivo. Ottiche con un'apertura molto ampia come f/2.8 o addirittura f/1.8 sono molto costose soprattutto quando parliamo di ottiche zoom con aperture ampie su tutta la lunghezza focale. Sicuramente, se si è intenzionati all'acquisto di una lente più performante, un consiglio potrebbe essere quello di orientarsi verso un'ottica fissa, che spesso permette aperture ampie e un'alta qualità di materiali ad un prezzo decisamente più accessibile che alle ottiche zoom con la medesima apertura.

DISTANZA DEL SOGGETTO

L'ultimo elemento che entra in gioco nella definizione della profondità di campo è la distanza dal soggetto da fotografare.

Infatti più ci si avvicina al soggetto da fotografare, più la profondità di campo diminuisce, e al contrario, più ci si allontana e più la profondità di campo aumenta. Questo elemento è facile da comprendere, ma lo è meno nel momento in cui allontanandosi o avvicinandosi al soggetto cambia il contesto all'interno del quale esso è inserito.

Questo elemento della distanza dal soggetto spiega anche il fatto che erroneamente si pensi che lo sfocato derivi esclusivamente dall'utilizzo della lente zoom. In realtà, lo zoom non fa altro che avvicinare il soggetto al punto di ripresa. Il medesimo risultato si otterrebbe avvicinandoci al soggetto utilizzando una focale più corta.

In ultima battuta, anche la dimensione del sensore può avere un effetto sulla profondità di campo. Infatti, più il sensore è grande più è facile ottenere una PDC ridotta e aumentare lo sfocato. Questo è il motivo per cui è più facile ottenere una perfetta sfocatura dello sfondo con una macchina reflex piuttosto che con un cellulare (Addirittura, nei modelli più nuovi esiste una funzione specifica per sfocare lo sfondo che prevede l'applicazione di un filtro apposito per creare la sfocatura che sarebbe difficile da ottenere a causa del sensore piccolissimo dei moderni smartphone).

Come oramai capita spesso nei nostri articoli, vogliamo concludere sottolineando che queste sono solo linee guida che servono a chi vuole migliorare le propria competenze, ma quello che fa davvero la differenza è la pratica continua. A forza di fotografare, regole, dinamiche, leggi fisiche e quant'altro, diventeranno automatiche e non ci sarà necessità di fare calcoli o usare App per calcolare distanze o focali. Sarà tutto nel vostro occhio, nel vostro cervello, nella vostra mano: tutti elementi che verranno comandati dalla vostra immensa creatività.

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