Partiamo da una verità scomoda: nessuno dovrebbe essere pagato “in visibilità”. Non è etico. Non è sostenibile. E soprattutto, non è una strategia.
Eppure, nel mondo della fotografia, soprattutto quella di moda, beauty, ritratto e molti altri segmenti fotografici, il confine tra investimento su sé stessi e sfruttamento può diventare sottilissimo. E allora? Vale mai la pena lavorare gratis?
La risposta, come spesso accade, è: dipende. Ma una cosa è certa: deve servire a te. Non a chi ti sta chiedendo un lavoro senza pagarti.
Se sei un fotografo (o una fotografa) che vuole crescere, migliorare, imparare a fotografare meglio, testare nuove tecniche o fare rete con altri professionisti, realizzare progetti personali gratuiti è uno dei migliori investimenti che puoi fare.
Un progetto personale è uno spazio protetto in cui puoi sperimentare. Nessuno ti impone una moodboard, un formato, un brief commerciale. Sei libero di esplorare la tua visione creativa, di testare la tua capacità tecnica, di costruire una squadra con stylist, MUA e modelle/i con cui potresti lavorare anche in futuro.
Ecco il punto: un progetto personale non è lavoro gratuito per qualcun altro. È lavoro per te stesso. È studio, allenamento, branding, posizionamento. È la tua palestra visiva.
Se poi quel progetto viene pubblicato da un magazine, finisce su Instagram, in un portfolio, o su una piattaforma editoriale, ottieni sì visibilità, ma soprattutto autorialità: sei tu che scegli come raccontarti, cosa mostrare e con quale firma.
Altra storia è quando ti contatta un’agenzia, un’azienda o l’organizzatore di un evento e ti chiede “foto gratis in cambio di visibilità”. Magari ti promettono tag su Instagram, crediti sul sito, o “tanta gente importante vedrà il tuo lavoro”.
Spoiler: non succederà.
Queste richieste usano il bisogno legittimo di farsi conoscere per ottenere lavoro professionale a costo zero. In cambio non ti danno una rete, né una pubblicazione, né una crescita. Solo un like, forse due, una pacca sulla spalla e… il conto da pagare per affitto e attrezzatura che resta tutto tuo.
La visibilità è una valuta falsa se non fa parte di una strategia consapevole. Chi ti chiede di lavorare gratis per un evento, spesso non ha intenzione di valorizzare il tuo contributo, né di aiutarti a posizionarti come autore.
E allora chiediti: questa “visibilità” costruisce davvero la mia presenza come fotografo? O sto solo regalando valore a un progetto che non ha nulla a che vedere con la mia crescita?
Facciamo un esempio. Sei un fotografo di moda, ma ti propongono di documentare gratuitamente un evento artistico con ballerini e luci particolari. Tu non fai eventi, ma vedi una possibilità tecnica: giocare con la lunga esposizione, testare flash off-camera, sperimentare. Hai tempo. Sei in una fase in cui stai costruendo portafoglio.
In quel caso, se la motivazione è sperimentare, imparare una nuova tecnica o ampliare il tuo linguaggio visivo, allora può avere senso.
Ma la chiave è una sola: deve essere utile a te, alla tua crescita, alla tua narrazione. Se l’unico valore in gioco è per l’altro, che magari vende biglietti o monetizza la tua presenza, è sfruttamento. Punto.
Essere visibili non vuol dire solo essere notati. Vuol dire costruire una presenza coerente e continua nel tempo. Significa lavorare su:
Identità visiva: chi sono, cosa faccio e perché
Tono di voce: come interagisco e mi pongo con il pubblico
Selezione dei progetti: collaborazioni dalle quali tu puoi trarre vantaggio da ciò che ti serve per il tuo percorso e obiettivo
Target di riferimento: capire chi è il tuo cliente
Portfolio ragionato: presentare il miglior portfolio che sia coerente con l'azienda alla quale mi sto relazionando
Un singolo post su Instagram non cambia la tua carriera. Ma una serie di progetti pensati, pubblicati con criterio, con una narrazione coerente e costante, sì.
Ecco perché un progetto gratuito ben pianificato può essere una bomba creativa. Ma lavorare gratis senza una direzione è solo un autogol.
Hai scelto tu di farlo? Un progetto personale nasce da te o in collaborazione con altri creativi che hanno un obiettivo simile al tuo. Un lavoro richiesto da altri deve essere retribuito.
C’è crescita tecnica? Se ti permette di sperimentare nuove tecniche, attrezzature o linguaggi, può avere valore.
Ti posiziona nel tuo settore? Un editoriale beauty per un magazine di livello, anche senza compenso, ti accredita. Un matrimonio gratis no.
Ti permette di fare rete con professionisti reali? Se coinvolge stylist, MUA, modelle e art director che non conosci ancora e con cui puoi creare sinergie in futuro, ha senso.
Può essere pubblicato? Valuta se ti porta pubblicazione su riviste di settore, portali o piattaforme riconosciute.
È utile per il tuo posizionamento? Chiediti: questo lavoro lo pubblicherei sul mio sito? Se la risposta è no, allora non ti è utile.
Imparare a fotografare non finisce mai. Oltre la tecnica che condivido qui su Imagery Academy, serve anche tanta pratica e non è possibile fare pratica con un cliente pagante, per questo motivo sono utili i progetti personali. Quanti ne ho fatti e quanti ne sto facendo anche io stessa, come sapete, mi piace sperimentare o conoscere nuovi creativi!
Che tu sia all’inizio o un professionista affermato, produrre progetti personali è il modo più potente per evolverti. Ti aiuta a migliorare, trovare il tuo linguaggio, costruire team e posizionarti come autore. Ma occhio: il tuo tempo ha valore. E chi ti propone di pagarti “in visibilità” senza offrirti niente in cambio, ti sta dicendo esattamente quanto poco lo riconosce.
Lavora gratis, ma solo se quel lavoro fa crescere te. Il resto? È solo uno specchietto per le allodole.
You deserve to shine!
Azzurra Piccardi
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