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I tre pilastri della post produzione fotografica

La post produzione è una fase fondamentale per una fotografia, perché è la fase in cui viene sviluppato il file (possibilmente scattato in Raw), il quale, attraverso l'utilizzo di un software come Photoshop, viene migliorato, perfezionato, per un look memorabile.

Ed è proprio all'interno di Photoshop che fotografi, fotoritoccatori, content creators e grafici danno vita a un'immagine trasformandola da una semplice foto a un capolavoro visivo.

Tuttavia, per ottenere un risultato davvero naturale e professionale, e per un corretto flusso di lavoro, è essenziale conoscere i tre pilastri della post produzione, in ordine di importanza: texture, luce e colore, segmenti nei quali correggiamo le problematiche che possiamo incontrare in una fotografia. Tali elementi sono imprescindibili quando si parla di workflow di post produzione professionale, in generale per tutti i generi fotografici, ma in particolar modo per immagini di beauty, moda e ritratti. 

Ognuno di questi 3 elementi dovrebbe essere post prodotto con cura, al fine di ripulire l'immagine dalle problematiche e migliorarla. Tutte le problematiche che possiamo incontrare in una fotografia di beauty, moda e/o ritratti risiede all'interno di uno o più di questi pilastri. Il compito di un post produttore professionista è quello di individuare il segmento in cui intervenire data la problematica da correggere, e ciò, secondo il metodo di Azzurra Piccardi in Photoshp Mastered, porta all'ottimizzazione del tempo e a un risultato più naturale. 

In questo articolo, esploreremo in dettaglio cosa sono questi pilastri, come fare per collocare la problematica da correggere all'interno di ogni pilastro e di conseguenza come sistemarla. 

Texture

Il primo pilastro della post produzione è la texture. Ovvero la prima areea in cui dovremmo iniziare a correggerere le problematiche e i difetti delle nostre fotografie in Photoshop. Per texture si intende il dettaglio, la nitidezza di un immagine, per cui tutti quegli elementi che appaiono ben definiti e netti.

La texture può essere influenzata da molti fattori, come l'obiettivo utilizzato, l'apertura di diaframma, l'ISO, tempo di scatto e la luce. Per fare un esempio, prendendo in esame un close up di un volto, una  problematica di texture potrebbe essere una cicatrice, i pori della pelle non ordinati, delle rughe, dei peletti o comunque tutti quei difetti che intendiamo rimuovere dai bordi definiti e netti. Per ottenere una texture della pelle impeccabile, è importante lavorare su un'immagine ad alta risoluzione e assicurarsi che i dettagli siano nitidi, definiti, ma è anche fondamentale fare un intervento non distruttivo per rimuovere tali problematiche. Alcuni strumenti utili per fare questa operazione possono essere lo strumento cerotto (entrambe le versioni), lo strumento timbro clone e lo strumento toppa, in quanto questi strumenti aiutano a effettuare correzioni localizzate.

      

in ordine da sinistra: toppa, cerotto correttivo al volo, cerotto correttivo e timbro clone

Luce

Dopo aver sistemato, corretto e riorganizzato la texture di pelle e capelli, la seconda problematica che Azzurra Piccardi consiglia di sistemare, è quella che vede come protagonista problemi di luce.

Ma cosa si intende per problemi di luce?

La problematiche di luce si identificano quando non vi è una transizione tra luce ed ombra omogenea, ma sulla pelle si presentano macchie di luminosità. Per cui per correggere questo tipo di problematica è necessario cercare di uniformare le aree e minimizzare le zone più o meno scure.

Per fare questo ci sono molte tecniche da poter utilizzare in Photoshop, tutte similari, ognuna con i propri pro e contro. Quella più nota è la tecnica Dodge & Burn (D&B), una tecnica di Photoshop molto semplice che prevede due livelli di regolazione curve, uno che schiarisce e uno che scurisce l'immagine con maschera di livello invertita (nera) la quale non mostra l'effetto della correzione dato dalle curve.

Se non conosci l'utilizzo delle curve dai un occhio alla nostra guida all'utilizzo delle curve a questo link.

  

Da queste regolazioni di livello curve con maschera invertita, andiamo a schiarire le aree scure e a scurire le aree chiare con un pennello dalla punta standard e sfuocata, impostato una percentuale di opacità del 10% circa. In questa fase è importante che la punta del pennello sia leggermente più piccola della zona da trattare per evitare che si creino nuove problematiche.

Esempio di aree in cui intervenire

Per completare l'operazione presta attenzione allo zoom in cui lavori, non avvicinarti mai troppo perché certi dettagli, in ogni caso a prescindere dal tipo di formato stampato, non saranno visibili. Per cui evita di crearti più lavoro del necessario. Secondo il parere di Azzurra sarebbe buona regola non zoomare più del 50% durante l'applicazione della tecnica, in questo modo evitiamo di post produrre eccessivamene la fotografia e il risultato finale sarà più naturale.

Colore

Infine, il terzo pilastro della post produzione, il colore.

Quando si parla di problematiche di colore si intende un intervento di color matching, ovvero uniformare il colore nell'immagine. Solitamente molto applicato nella post produzione della pelle, il color matching in verità può essere applicato a qualsiasi tipo di necessità.

Lo scopo della tecnica è quello di spengere colori troppo saturi o accendere colori desaturati, per fare questo è necessario avere un occhio ben allenato, in quanto qui, le problematiche non son subito visibili all'occhio meno esperto. Se ti trovi tra in questo gruppo di persone, non demordere solo la pratica ti potrà aiutare.

Ma come si indentificano le aree da correggere?

Una volta individuato il colore che ha in media la pelle, si vanno a cercare i punti che sono più saturati o diversi e le aree che sono meno saturate o che cambiano di colore. Ad esempio, le orecchie e le ginocchia potrebbero avere una dominante magenta, in prossimità delle narici potremmo avere un eccesso di rosso, oppure, in presenza di barba corta la pelle potrebbe assumere un colore verde.

Per correggere queste problematiche di colore possiamo aiutarci con le regolazioni di livello, qualsiasi regolazione che corregga il colore va bene, l'intervento più semplice è quello di utilizzare le regolazioni di livello curve. Dove per spengere il colore o modificarlo andiamo ad aggiungere il suo opposto. Ad esempio se l'area si presenta magenta, andiamo ad aggiungere verde in maniera selettiva.

Se l'area si presenta viola, andiamo ad aggiungere rosso e verde per ottenere un arancio/giallognolo. Per padroneggiare l'utilizzo delle curve ti suggerisco leggere questo link.

In Photoshop Mastered, Azzurra suggerisce vivamente di fare questo tipo di correzione a questo stadio perché con la tecnica del D&B che abbiamo visto in precedenza potrebbero verificarsi color shift (cambiamenti di colore), pertanto per ottimizzare gli interventi andiamo a correggere tutte le problematiche di colore nella terza fase.

Esempio di intervento in un ritratto semplice (nel ritratto è richiesto meno intervento rispetto ai segmenti beauty e moda

Una volta corrette tutte e 3 le fasi hai appena completato il minimo sindacabile per una post produzione che si rispetti, seguono infatti molte altre fasi che ti racconteremo più avanti in questo blog.

In conclusione, i tre pilastri della post produzione (texture, luce e colore) sono fondamentali per ottenere risultati straordinari nell'editing fotografico, ma sono solo una prima e imprescindibile parte di una post produzione di alto livello. Curare ogni segmento in modo indipendente, permetterà di trasformare le tue fotografie in capolavori visivi. Ricorda, però, di mantenere sempre un approccio naturale e professionale, evitando eccessive manipolazioni. Sviluppa il tuo stile personale e adotta un flusso di lavoro efficace per raggiungere risultati eccezionali nella post produzione.

Buon fotoritocco!

You deserve to shine

 

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