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Regole di composizione fotografica: piccola guida

La fotografia è comunicazione... probabilmente una delle forme più efficaci di comunicazione, in grado di far vivere, in uno spazio bidimensionale, interi universi, di suscitare emozioni, ricordi, di creare tendenze e persino suggestionare lo spettatore.

Per ottenere il massimo dall'immagine che stiamo scattando, serve un perfetto mix di conoscenze che partono da una sapiente padronanza della propria attrezzatura all'utilizzo della luce e da un'insieme di norme che costituiscono le “regole della composizione”, che definiscono la posizione dei vari elementi nell'inquadratura, in base a quello che vogliamo trasmettere.

Pur essendo regole, esse si fondono in maniera intrinseca alla creatività di ognuno di noi, al modo in cui vediamo la realtà, a come vogliamo riprodurla e raccontarla secondo il proprio punto di vista, utilizzando degli strumenti che tutti noi siamo in grado di comprendere: una sorta di linguaggio universale non verbale, basato su regole ancestrali, che fanno parte della cultura umana fin dall'inizio dei tempi, in grado di attivare una serie di processi mentali inconsapevoli che portano alla decifrazione del messaggio.

Proprio per questo sostanziale rapporto con la visione personale del mondo, su questo argomento sono stati versati fiumi di inchiostro, quindi, quello che vorremmo fare, è solo un piccolo compendio delle principali regole della composizione fotografica che permetteranno di fare un salto qualitativo alle vostre fotografie.

Parlavamo poco fa, di regole ancestrali... questo è un elemento davvero importante da cui partire. Il nostro occhio cattura l'immagine, ma è il cervello che la elabora, che la interpreta e ci fa “vedere”, cercando, all'interno dell'immagine stessa, schemi che già conosce, facendo abbinamenti tra forme e colori mettendoli in combinazione tra di loro. Questo è uno dei motivi per cui istintivamente troviamo alcune immagini più gradevoli di altre... non è solo il soggetto ad essere gradevole, ma soprattutto lo è la sua posizione all'interno dell'inquadratura.

Prima di iniziare la nostra sintesi, vorremmo fare una dovuta precisazione. Le regole esistono perchè fanno parte della formazione fondamentale di ogni fotografo, ma come spesso succede per ogni espressione artistica, le regole esistono anche per essere infrante, ma solo dopo averle apprese e metabolizzate.

Fatto questo piccolo chiarimento, possiamo dire che tra le più importanti regole di composizione, ci sono la regola dei terzi e la sezione aurea che fanno parte della storia della rappresentazione grafica fin dai tempi più remoti ... partiamo da loro.

La regola dei terzi

Per quanto sembri naturale, a volte, posizionare il soggetto al centro dell'inquadratura può produrre un'immagine statica e a volte piatta. Per ottenere quindi una sensazione di maggior dinamicità, basterà spostare il nostro soggetto decentrandolo verso destra o verso sinistra. La maggior parte delle macchine fotografiche (ma anche i cellulari più moderni) hanno l'apposita funzione “griglia” che non fa altro che dividere l'inquadratura in 9 rettangoli creati dall'intersezione di due linee verticali e due orizzontali. Quello che dobbiamo fare è posizionare il nostro soggetto sull'incrocio delle linee: questo farà si di creare uno sbilanciamento tra il soggetto e un “vuoto” che si verrà a creare nella parte opposta creando una immediato spostamento dell'attenzione sull'elemento fotografato.

La Sezione aurea

Rappresenta forse la più antica delle regole, perchè codifica matematicamente, una serie di proporzioni presenti in natura e per questo riconosciute particolarmente gradevoli alla vista. Conosciuta e studiata, fin da tempi antichissimi, essa propone, in campo artistico, una serie di proporzione armoniche che risultano universalmente piacevoli e armoniose basate sulla costante matematica φ.

Per meglio comprendere il concetto, partiamo dal rettangolo aureo, le cui proporzioni A e B, seguono la seguente equazione: (A+B) : A = A : B = φ

Ok... senza addentrarci in questioni matematiche, quello che a noi interessa è che all'interno di questo rettangolo, che possiamo immaginare come la nostra inquadratura, è possibile inscrivere altri rettangoli, tutti con la medesima proporzione e rapporto...

Una volta percepita questa suddivisione, possiamo immaginare, all'interno di essa, una regola dei terzi con una proporzione leggermente diversa da quella precedentemente osservata, perchè, a differenza della precedente che si basa su campi della stessa dimensione, qui abbiamo una suddivisione in rettangoli aurei, con aree più ristrette al centro. Disponendo il soggetto su una delle due linee verticali, o facendo coincidere l'occhio del volto fotografato con uno dei punti di forza, otterremo il medesimo effetto di attenzione da parte dello spettatore.

Sempre all'interno di questa architettura geometrica, è possibile disegnare una serie di quarti di circonferenze all'interno dei vari quadrati... quella che si otterrà è quella che viene definita spirale aurea o spirale di Fibonacci cioè una curva sulla quale possiamo andare a posizionare tutti gli elementi salienti della nostra immagine e che conferirà equilibrio e piacevolezza all'intera composizione.

Regola del movimento

In quanto occidentali, siamo abituati a leggere da sinistra verso destra e questo, intrinsecamente, ci porta a pensare che una determinata azione, parte da sinistra e si concluda a destra. A causa della nostra formazione culturale, quindi, definiamo decisamente più gradevole una foto in cui, un soggetto in movimento, viaggia da sinistra verso destra, piuttosto che il movimento opposto. Questo elemento ci deve anche far riflettere sull'importanza dello spazio all'interno del quale il soggetto si sta muovendo. Per la medesima ragione appena spiegata, se fotografiamo un soggetto che si sta muovendo, dobbiamo lasciare ampio spazio nella direzione verso cui si sta spostando, dando così respiro all'intera composizione. Se agissimo in maniera contraria l'intera composizione apparirebbe chiusa conferendo un senso di claustrofobia.

 

La ripetizione dei motivi e la loro rottura

Uno degli elementi che rende assolutamente affascinante una foto è quello di trovare un motivo ripetitivo che diventa il soggetto stesso dell'immagine. Può trattarsi dei binari morti di una stazione, delle increspature delle dune della sabbia, o come nel caso della prossima foto, il movimento ripetuto in maniera impeccabile dei sodati che marciano.

 

Altrettanto affascinante, e di sicuro effetto, è la capacità di trovare una rottura all'interno di una trama di elementi ripetuti... l'immagine apparirà subito interessante e l'attenzione si concentrerà in particolar modo sull'elemento che rompe lo schema.

Utilizzo delle line guida

L'occhio, o meglio il cervello umano, è naturalmente attratto dalle linee, siano esse orizzontali, verticali, curve o diagonali. Questo elemento può essere utilizzato per “obbligare” lo spettatore a concentrarsi su un determinato punto della nostra fotografia.

Attenzione però... le linee devono avere un corretto orientamento... mi spiego meglio... se state fotografando un tramonto sul mare, l'orizzonte deve essere perfettamente orizzontale e non inclinato, altrimenti si perderà proprio l'effetto voluto.

Le linee possono quindi essere cercate in tantissime soluzioni: possono essere le linee di una prospettiva, possono essere elementi architettonici, o anche semplici campiture di colore che distaccano i vari piani prospettici. Ecco alcuni esempi.

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Simmetria

Questa regola si scontra direttamente con la regola dei terzi. Abbiamo infatti detto che spesso, posizionare il soggetto al centro dell'inquadratura può attribuire un senso di staticità all'intera composizione. Questo è parzialmente vero. Se il soggetto rappresentato ha elementi perfettamente simmetrici rispetto al suo centro, la fotografia che ne risulterà non sarà assolutamente banale, conferendo un senso di calma e stabilità.

 

>Le cornici naturali

L'inquadratura dentro l'inquadratura. Come per le linee, il nostro cervello è naturalmente attratto dall'elemento racchiuso, incorniciato. Cercate di utilizzare elementi naturali o artificiali che possano racchiudere il vostro soggetto. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Riempire il fotogramma

Quando si parla di ritratti, a meno di non voler creare degli effetti particolari, uno degli errori più comuni è quello di lasciare troppo spazio intorno al soggetto. Questo crea automaticamente una perdita di attenzione da parte dello spettatore verso il soggetto fotografato. Se volete che lo sguardo si concentri sul soggetto, dovete fare in modo che ciò che state fotografando sia protagonista assoluto dell'inquadratura.

Queste sono solo alcune delle regole fondamentali della composizione, ma come dicevamo all'inizio del nostro articolo, creare l'inquadratura giusta richiede anche una buona dose di creatività e soprattutto un progetto che nasce dalla volontà di raccontare una storia o trasmettere un messaggio. Per chi volesse approfondire l'argomento, segnaliamo alcune letture che speriamo possano esservi d'aiuto a liberare il vostro estro creativo:

L'occhio del fotografo. La composizione nella fotografia digitale - Michael Freeman

La mente del fotografo - Michael Freeman

Fotografia creativa- Marco Fontana

Composizione fotografica. Da semplici istantanee a grandi scatti - Autori Vari

Composizione - Richard Garvey-Williams

 

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