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Come si post producono le fotografie nel 2020?

Che cosa si intende per post produzione fotografica? Vorrei iniziare dicendo che non è possibile generalizzare quando si parla di post produzione, questo perché ogni tipologia di immagine ha necessità diverse. Per fare un esempio, una fotografia del segmento food non necessita lo stesso flusso di lavoro (in termini di tecniche di post produzione e cura), di una fotografia di beauty.
 
Ma partiamo dal principio. Per post produzione fotografica si intende il lavoro svolto dal fotoritoccatore o dal fotografo, tale fase entra in atto una volta finita la sessione di produzione, ovvero al termine dello shooting. Se non conosci le fasi di una produzione fotografica ti consiglio di guardarti il video "Come si organizza un servizio fotografico di moda" dove ho affrontato nello specifico questo discorso e che può essere riassunto come segue.  Le fasi di una produzione fotografica, che sia moda, food, lifestyle, automotive o altro, sono 3: pre produzione, produzione e post produzione. Se vuoi approfondire questo discorso, fai una pausa da questo articolo, e guarda il video qui sotto.
 
 
Come avrai intuito, quando si parla di lavoro commerciale o editoriale, al momento in cui la sessione di shooting è finita, siamo a poco più del 50% dell'opera. Infatti per rendere l'immagine più accattivante, migliorarne l'impatto visivo e rendere il prodotto ancora più bello, viene effettuata la post produzione.
 
Durante questa fase, l'addetto al lavoro, che come abbiamo detto si tratta del fotografo o del post produttore, potrà intervenire su luce, colore, pulizia, contrasto delle immagini selezionate, e se necessario, anche su molto altro, al fine di far risaltare il prodotto, se si parla di un lavoro commerciale, o di enfatizzare determinate caratteristiche di storytelling, in caso di produzione dell'editoriale. Tieni presente che per le produzioni più grandi, la persona o le persone incaricate alla post produzione dovranno seguire le linee guida comunicate dagli art director/fashion editor o coloro che seguono il progetto.
 

Strumenti per la post produzione fotografica

Per procedere in questa fase e intervenire sulla fotografia sono necessari determinati strumenti, e software per la post produzione fotografica.

Tra gli hardware di base e indispensabili per fare questo lavoro troviamo:

  1. monitor (calibrato), per la sua scelta vanno prese in considerazione una serie di caratteristiche, ne abbiamo parlato in questo articolo)
  2. tavola grafica, anche per questo strumento abbiamo riservato un articolo.  
  3. strumenti per la calibrazione delle periferiche. Come accennato nel primo punto è assolutamente fondamentale calibrare il monitor per gestire al meglio i colori, e far si che si riesca ad ottenere gli stessi toni su tutti i nostri monitor e su tutte le nostre stampanti. Se vuoi saperne di più su questo argomento leggi il contenuto che gli abbiamo dedicato da qui.

Per quanto riguarda i software, possiamo affermare che, tra i più utilizzati per la post produzione troviamo sicuramente Adobe Photoshop, che la fa da padrone tra i fotografi professionisti. Utilizzato secondo molteplici scuole di pensiero, è sicuramente un valido aiuto nonostante, appunto, tutte le diatribe che si porta dietro. Infatti, molti si ritengono contrari all'utilizzo di questo software, secondo i quali ogni modifica fatta sull’immagine, che necessiti di un software, comporterebbe una perdita dell’originalità e della spontaneità della foto. La polemica sulla veridicità o meno di un’immagine fotografica è sempre esistita, così come è sempre esistito il lavoro di post-produzione sulle immagini.

E' importante affermare che la maggior parte del lavoro risiede nella visione, nella sensibilità e nel gusto del fotoritoccatore o del fotografo. Soprattutto, quando si parla di fotografie beauty e moda, dove l’importanza della post produzione fotografica fa tutta la differenza del mondo. Qui il fotografo o il post produttore interviene e correggendo le discromie, problemi di texture e macchie della pelle, laddove spesso il make up non riesce a correggere perfettamente le imperfezioni. Inoltre, il fotoritocco è anche molto utile per enfatizzare lo storytelling, dove qui di solito si interviene su toni, armonia dei colori, color grading e contrasto. A volte per renderli il più vicino possibile alla realtà, altre invece, per comunicare un certo messaggio, ma sempre ricercando l’armonia della foto, sulla base di ciò che si sta andando a raccontare. In una post produzione fotografica fatta a dovere, il lavoro di post produzione deve essere praticamente invisibile nel risultato, e ciò nonostante, mostrare cambiamenti sulla foto, garantendo così un risultato autentico.

 

Programmi e software per la post produzione fotografica

Come abbiamo visto, si dice che i fotografi si dividano in due correnti di pensiero: coloro che amano la post produzione fotografica, e la utilizzano per migliorare lo scatto e lo storytelling e coloro che invece teorizzano un approccio meno invasivo sulla fotografia, dallo "stile analogico", che consiste nell'imitare il flusso di lavoro che si adottava con la pellicola: scattare la foto e limitarsi a "svilupparne il negativo (oggi file raw) in camera oscura (oggi camera chiara)". Cosa che, non mi trova pienamente d'accordo, dato che la Adobe non ha inventato nulla, poiché tutto quello che si fa con Photoshop, lo si faceva anche in camera oscura, ma con molto più tempo. Tuttavia, invece che a "correnti di pensiero", mi piace pensare a "esigenze diverse", vedremo successivamente a cosa mi riferisco.

Detto questo, quando si parla di fotoritocco, si pensa subito a Photoshop, perfino il termine “photoshoppare” è entrato nel gergo comune, come sinonimo di modificare le foto al computer. Tuttavia, le cose sono molto cambiate negli ultimi anni e ci sono oggi una serie di proposte alternative a Photoshop che dovresti considerare se sei neofita della post produzione e voi provare a navigare questo meraviglioso mondo, oppure se non ti va giù di pagare un abbonamento mensile per un software. 

Tra tutte le alternative possibili, mi sento confidente di suggertirti Affinity Software, anche se in verità non l'ho provato (non ancora), ma da quello che ho visto e letto sembra proprio essere un gemello di Photoshop, sia nell'interfaccia che nella logica e algoritmi. Parlo volentieri di questo programma (e non ricevo nessuna commissione per questo), perché come ti dicevo, ho visto che lavora molto bene ed è uno dei pochi, se non l'unico, degno di essere davvero paragonato a Photoshop. Pertanto, Affinity Software è certamente inserito come la migliore alternativa a Photoshop, poiché, a quanto pare, fa effettivamente tutto quello che fa anche Photoshop. Almeno da quanto dichiarato nei vari articoli letti. Ma mi riprometto di provarlo più avanti e darti poi ufficialmente la conferma. 

Al momento, a causa del corona virus stanno anche facendo una bella promozione a supporto di designer, fotografi, studenti, artisti e altri creativi in tutto il mondo, che prevede l'estensione del periodo di prova a 90 giorni e il 50% di sconto sull'acquisto del programma. Davvero una super offerta, se non avessi l'abbonamento ad Abobe Cloud, sicuramente mi sarei fiondata ad acquistarlo! 

Altro programma utilizzato in fase di post produzione è Lightroom che  è stato creato con lo scopo di gestire l’intero flusso di lavoro delle foto digitali, pertanto non detiene le funzioni avanzate di Photoshop, ma è utile per gestire e catalogare le immagini. Infatti offre molte funzionalità che in Photoshop non sono presenti, come la gestione della libreria, la creazione di layout di stampa compositi e la creazione di gallerie Web. Per chi si indirizza alla post produzione di alto livello, come quella richiesta nei lavori commerciali e editoriali, è consigliabile utilizzare Lightroom solo per la conversione del file Raw,l'importazione dello stesso in Photoshop e catalogazione dei file, per poi andare a fare il vero e proprio fotoritocco high end. Tuttavia, se sei un fotografo di matrimonio, un fotoreporter o gestisci quotidianamente una grande quantità di file in fase di editing, allora Lightroom potrebbe fare al caso tuo. La scelta del giusto software va anche in base a alle necessità del lavoro che stai producendo. Trovo che non esita un "giusto" o uno "sbagliato", ma esigenze e metodi di utilizzo differenti.

Per questo motivo Lightroom e Photoshop non sono due prodotti alternativi, ma piuttosto complementari, dove il primo è utile per gestire, organizzare la libreria, applicare la maggior parte delle elaborazioni semplici e miglioramenti alle foto. Il secondo può essere utilizzato per tecniche di post produzione di alto livello di precisione, come ad esempio color matching o pulizia strategica, per citarne alcune.

In alternativa a Lightroom, invece, ti suggerisco il seguente e noto software per la conversione dei file RAW, la modifica di immagini e la gestione della libreria: Capture One. Questo software, oltre agli strumenti basici per la correzione di un immagine, include strumenti di mascheramento e funzioni per ottimizzare il flusso di lavoro. Una delle domande più frequenti su Capture One, da parte degli utenti di Lightroom, è il motivo per il quale questo programma viene chiamato "pro" o perché viene considerato "di fascia alta". Questa potrebbe sembrarti un'affermazione ovvia o sciocca, ma la risposta probabilmente non è proprio così scontata. Sebbene Capture One e Lightroom condividano molte delle stesse funzioni, in verità non sono proprio le stesse, poiché secondo me Capture One è più uno strumento più avanzato e per questo considerato di fascia alta. 

Lascia che ti spieghi.

Questa può essere un'opinione controversa, ma Capture One e Lightroom, in realtà non competono direttamente sotto alcuni aspetti, in quanto occupano diversi segmenti del mercato. Capture One è uno strumento più mirato, evoluto e sofisticato, progettato principalmente per l'elaborazione dei file RAW, e sebbene abbia alcuni flussi di lavoro fotografici e strumenti organizzativi, la sua forza principale è rappresentata all'esportazione dei file Raw.

Un esempio delle funzionalità più avanzate di Capture One è la correzione del colore. Il software ha infatti una serie avvincente di strumenti per la correzione del colore, che superano di molto ciò che è possibile in Lightroom. Per citarne alcune: è possibile andare a modificare in maniera più selettiva i singoli colori in un'immagine e manipolarli. È possibile creare i propri profili colore e utilizzarli come calibrazione di base. Puoi creare maschere basate su una tonalità con controlli molto precisi e specifici di editing. 

Sebbene personalmente prediliga Capture One, è importante affermare che ogni applicazione ha i suoi vantaggi e svantaggi. Pertanto, se per le tue esigenze hai bisogno delle funzionalità di Lightroom e non hai necessità dei controlli e degli strumenti più evoluti di Capture One, allora Capture One non fa per te. Al netto di questo, i programmi più popolari per la post produzione fotografica, risultano sempre essere i classici Photoshop e Lightroom.

Il mio consiglio per decidere quale software fa al caso tuo è quello di tenere bene presente che:

  • Photoshop e Affinity sono un programmi utilizzati essenzialmente per la post produzione di alto livello;
  • Lightroom, è molto simile a Camera Raw (il plug in di Photoshop per lo sviluppo dei file Raw) con la sostanziale differenza che gestisce la libreria, crea layout di stampa compositi e gallerie Web;
  • Capture One, invece, il software professionale per la conversione di file RAW con funzioni più avanzate di Lightroom e offre all’utente un sistema per creare, gestire ed organizzare un archivio di immagini. Questa seconda funzionalità lo fa definire appunto un DAM (Digital Asset Manager). Tuttavia, in questo Lightroom ha strumenti organizzativi migliori. 

 

 In conclusione

 Se si è interessati ad una post produzione di fascia alta, precisa e selettiva è preferibile utilizzare Photoshop o Affinity, mentre per una migliore gestione delle immagini e dell’archivio è consigliabile preferire Lightroom, ma se si ricercano performance migliori e funzioni più avanzate allora è consigliabile Capture One.

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Azzurra Piccardi
 
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