Nel nostro ultimo articolo (che potete trovare qui), abbiamo parlato di apertura dell'otturatore e come utilizzare questa funzione per ottenere diversi risultati creativi.
Ma per capire appieno questo elemento, e visto anche l'epocale cambio tecnologico verso i sistemi mirrorless, ci sembra giusto fare un approfondimento su come funzionano sia l'otturatore meccanico che quello elettronico e analizzare pregi e difetti di entrambi i sistemi.
Partiamo ovviamente dal più storico dei due, l'otturatore meccanico che, fin dai corpi macchina a pellicola, è stato l'incontrastato elemento che permetteva il passaggio della luce tra l'obbiettivo e la superficie fotosensibile.
Sia sui vecchi corpi macchina che sulle moderne macchine digitali, l'otturatore è costituito da un sistema meccanico, appunto, formato da due elementi chiamati tendine, che restano chiuse proteggendo la pellicola/sensore e che si aprono solo quando viene premuto il pulsante di scatto, permettendo alla superficie fotosensibile di essere colpita dalla luce e di imprimere su essa l'immagine inquadrata. Quando il pulsante di scatto viene rilasciato, le tendine si chiudono bloccando così, l'ingresso della luce (esiste anche un tipo di otturatore a lamella che viene inserito all'interno dell'obbiettivo, ma il modello a tendina è universalmente il più diffuso).
Altro elemento da tenere presente è che, sia nei vecchi corpi a pellicola, che nelle moderne DLSR, il movimento dell'otturatore, va di pari passo con il movimento dello specchio che è l'elemento che permette di riflettere la luce dall'obbiettivo al mirino della fotocamera. Quando si preme il pulsante di scatto, lo specchio si solleva appena prima che le tendine si muovano lungo il piano della superficie fotosensibile.
A seconda dei tempi di esposizione, l'otturatore meccanico può funzionare in due modi diversi:
Questo elemento è importante per capire come mai, quando si scatta con i flash a velocità di otturatore molto elevate, può capitare che l'immagine presenti delle bande nere. Cosa succede? Sappiamo che il flash emette un lampo di luce velocissimo che, colpendo il sensore, imprime l'immagine su di esso, ma come abbiamo appena detto, se le due tendine scendono insieme a causa dell'eccessiva velocità, il flash colpirà solo una piccola porzione del sensore che è quella appunto lasciata libera tra le due tendine, mentre il resto dell'immagine risulterà completamente nera. Quindi come fare? Bisogna usare quello che viene definito come il tempo sincronizzazione del flash, cioè il tempo che permette alle tendine di lasciare completamente libero il sensore, in modo che il velocissimo lampo del flash, possa colpire l'intera superficie prime che le tendine si chiudano. Generalmente questo tempo è compreso tra 1/200 e 1/250 e per velocità superiori bisogna usare una funzione (non presente su tutti i flash) chiamata High Speed Sync che tratteremo in un prossimo articolo.
Per quanto riguarda l'otturatore elettronico, il funzionamento è completamente differente.
Infatti, non esistono elementi meccanici che coprono il sensore, perchè quest'ultimo è sempre esposto ma è semplicemente “spento”. Quello che accade è che gli elementi fotosensibili del sensore, vengono attivati tramite un impulso elettrico che viene generato al momento in cui si attiva il pulsante di scatto.
Questa attivazione elettrica, può avvenire in due modalità diverse che, come nel caso dell'otturatore meccanico, si dividono in global shutter e rolling shutter secondo le seguenti modalità:
Questa nuova tecnologia presenta notevoli pregi rispetto all'utilizzo dell'otturatore meccanico:
La tecnologia sta facendo passi da gigante, garantendo sempre più spesso sui nuovi corpi macchina, sensori costantemente avanzati, ma è possibile che in alcuni casi, le immagini riprese con l'otturatore elettronico, presentino alcuni problemi (che non si verificano con quello meccanico).
Infatti fino a poco tempo fa, le funzioni global shutter e rolling shutter, dipendevano dalla tipologia di sensore che veniva montato sulla macchina: i sensori CCD permettevano l'acquisizione delle immagini tramite global shutter, mentre i più comuni CMOS, venivano dotati del rolling shutter (la differenza dei due sistemi è intrisecamente dipendente dal costo di realizzazione dei prodotti).
In questo caso, proprio per la modalità in cui l'immagine viene ripresa, è possibile notare delle violente distorsioni su elementi in rapidissimo movimento, o aberrazioni e bande luminose, in particolari condizioni di luce.
Come dicevamo poco fa, la tecnologia implementa continuamente nuove funzioni, aumentando esponenzialmente le performance delle attrezzature.
Già da qualche tempo, le più grandi case produttrici di attrezzature fotografiche studiano e sperimentano sensori CMOS in grado di supportare la funzione global shutter. Quando il problema delle distorsioni e delle aberrazioni verrà superato, l'otturatore elettronico soppianterà del tutto quello meccanico e in poco tempo diventerà l'unica tipologia presente sui corpi macchina.
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