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Filtri polarizzatori: consigli d'uso

Uncategorized Oct 28, 2019

Vi sarà sicuramente capitato di ammirare qualche bellissima foto di paesaggio, caratterizzata da cieli blu intenso, nuvole candide che si stagliano nette e bene contrastate contro il fondo, e specchi d'acqua che riflettono placidamente tutto quello che le circonda. Quei colori così saturi e quella nitidezza quasi “croccante”, non sono sempre frutto di un'ottima capacità di ritoccare i colori e i contrasti in photoshop, bensì da una profonda conoscenza del comportamento della luce.

QUALCHE NOTA SCIENTIFICA...O QUASI!

La luce bianca, quella emessa dal sole o dalle comuni lampade per intenderci, libera fotoni a svariate frequenze e intensità, e queste particelle, sotto forma di raggi, difficilmente si propagano in maniera coerente tra loro. La natura ondulatoria dei campi elettromagnetici causa una luce caotica e, per quanto è vero che questa si muove in linea retta, all'interno del fascio luminoso il moto vibratorio dei fotoni è trasversale alla direzione di propagazione.

Inoltre, se questo fascio di luce incoerente, incontra una superficie diversa dall'aria, le cose peggiorano e dal punto di vista fotografico si ha una perdita di leggibilità dello sfondo.

Una visualizzazione chiara e definita, ma soprattutto priva di riflessi, si produce quando le oscillazioni sono perpendicolari al piano di propagazione producendo un angolo riflettente esattamente uguale a quello incidente.

Ok... chiaro il concetto, ma quindi...come si fa a controllare, o meglio, “raddrizzare” la luce in modo da ottenere la foto che ho in mente ma che non riesco ad ottenere con la mia reflex?

La risposta è semplice e si chiama POLARIZZAZIONE.

COS'E' LA POLARIZZAZIONE

La polarizzazione “obbliga” le onde luminose a vibrare su un piano orizzontale o verticale e quest'effetto si ottiene montando sull'obbiettivo un apposito filtro che, in fase di costruzione, viene realizzato allineando in un'unica direzione le molecole da cui è composto.

In maniera un po' semplicistica, e non entrando in merito a nozioni di fisica, possiamo dire che al momento dello scatto, la luce che arriva al sensore, non arriva da un'unica direzione e nemmeno con un'unica angolazione. L'obbiettivo è infatti colpito da fasci luminosi provenienti da diverse angolazioni e differenti inclinazioni, che, a loro volta generano nuove fonti luminose che possono disturbare durante la fase di scatto. Una parte della luce infatti verrà riflessa e di conseguenza deviata, creando a sua volta una nuova immagine e una nuova sorgente per il sensore, che, a questo punto, non sa distinguere se la luce che gli arriva è diretta o indiretta.

Questo “problema” viene risolto dal filtro che è formato da due vetri che ruotano l'uno sull'altro e, come abbiamo detto poco sopra, la sua particolare costituzione, consente il passaggio della luce in un'unica direzione e con un'unica inclinazione convogliandola verso il sensore: tutto ciò che proviene da inclinazioni diverse o da diverse direzioni, viene lasciato all'esterno e in parole povere, eliminato! Il risultato immediatamente visibile, sarà dovuto alla riduzione dell’intensità della luminosità e avrà per effetto l’aumento dei contrasti, la migliore definizione dei contorni, la saturazione dei colori degli oggetti illuminati eliminando quell'effetto “slavato” che si ha spesso fotografando i paesaggi.

Tenete presente che addirittura il pulviscolo nell'aria o le goccioline di umidità in sospensione nell'atmosfera, hanno la capacità di creare dei piccoli riflessi in grado di “sporcare” i colori di uno scatto.

Per comprendere meglio il funzionamento del filtro è di fondamentale importanza capire che la luce emessa dalla sorgente naturale come il sole o da sorgente artificiale come le lampadine, NON è polarizzata, ma lo diventa nel momento in cui essa colpisce la superficie di alcuni soggetti (tra cui anche l'atmosfera in alcune particolari condizioni) venendone riflessa, cambiando così le sue caratteristiche.

DIDASCALIA FOTO: anche la luce emessa dai monitor dei computer è polarizzata. Posizionando il filtro di fronte al monitor e girando la parte superiore, sarà possibile vedere immediatamente l'effetto”bloccante”.

 

COME FUNZIONA IL FILTRO POLARIZZATORE.

Per avere un'idea “empirica” su come funziona il filtro, diciamo che il raggio di luce polarizzata può essere paragonato ad una lama d'acciaio molto sottile. Immaginiamo quindi il nostro filtro polarizzatore come una griglia composta da stecche parallele tra loro. Se l'orientamento delle stecche è parallelo alla lama d'acciaio, questa, passerà indisturbata attraverso la griglia. Ma se invece le stecche diventano perpendicolari alla lama, quest'ultima verrà bloccata e non potrà passare. Ecco...il filtro polarizzatore si comporta esattamente come la griglia, permettendo, a seconda di come orientiamo la superficie rispetto al raggio luminoso, di bloccare o meno determinate frequenze.

Il nostro occhio non può percepire la differenza fra luce polarizzata e no: vede solo un colore o un riflesso di luce bianca, poiché è sensibile alla frequenza della radiazione e non alle caratteristiche dell'onda elettromagnetica. A differenza del nostro occhio, il filtro è in grado di interpretare correttamente la luce polarizzata permettendo di eliminare i riflessi dalle superfici ottenendo i seguenti risultati:

- restituire trasparenza all’acqua, permettendo di vedere quello che c’è sotto la superficie;

- rendere più saturi i colori delle superfici non metalliche, eliminando parte della luce da queste riflessa (con le superfici metalliche non funziona, perché queste riflettono la luce senza polarizzarla);

- rendere più azzurro e più saturo il cielo, bloccando la luce polarizzata diffusa dalle goccioline di vapore acqueo sospese nell’atmosfera.

I risultati migliori si ottengono quando la fonte di luce è posizionata a novanta gradi rispetto all’asse di ripresa, cioè quando il fotografo ha il sole di fianco.

Se il sole è alle spalle, l’effetto sarà egualmente visibile, anche se meno intenso; nel controluce, invece, il filtro deve essere tolto, non solo perché sarebbe inefficace, ma anche perché potrebbe indurre riflessi indesiderati.

TIPOLOGIE DI FILTRI POLARIZZATORI

Ora che sappiamo, più o meno, come funziona il filtro polarizzatore, spendiamo qualche parola sulle tipologie in commercio.

I filtri polarizzati per fotografia sono disponibili di due tipologie:

lineare: spesso indicato con la sigla PL

circolare: indicato con la sigla C-PL, PL-CIR o CPL

L'effetto in fotografia di questi due tipi di filtro è identico. La differenza tra i due sta nel fatto che il filtro circolare, dopo aver polarizzato la luce selezionando un piano di polarizzazione preferenziale, la depolarizza nuovamente. Questo permette ai sensori autofocus delle moderne macchine fotografiche, sensibili al piano di polarizzazione della luce che li colpisce, di funzionare correttamente, motivo per cui si consiglia quasi sempre di acquistare un filtro circolare perchè di più facile utilizzo.

Tutti e due questi filtri selezionano la luce senza alterare la componente cromatica, e infatti sono tecnicamente dei filtri neutri. Tutti sono comunque composti da due elementi circolari sovrapposti, con una parte da avvitare sulla parte frontale dell’obiettivo ed uno a ghiera che si può ruotare per regolare la polarizzazione.

Una volta fissato il filtro, ruotando la ghiera sarà possibile notare all'interno del mirino o sullo schermo lcd della macchina, colori e riflessi presenti all’interno dell’inquadratura che variano al variare dell’angolo in funzione della rotazione del filtro. Questo perché si sta adattando la polarizzazione alla direzione da cui viene la luce fino ad ottenere quella sufficiente.  

QUALCHE SUGGERIMENTO.

Questa operazione di “filtrazione” della luce, ha però una controindicazione e cioè quella di sottrarre complessivamente luce all'esposizione. In alcuni casi, l'utilizzo del polarizzatore arriva a richiedere una compensazione che può arrivare a due stop secondo le condizioni di luce e intensità della polarizzazione.

In molti casi, sulle confezioni dei filtri, è presente il cosiddetto fattore filtro che indica appunto, l'incremento di esposizione necessario. Per esempio, nel caso in cui il fattore filtro corrisponda a 2x (si legge “due per”), significa che con il filtro montato, al sensore sarà necessaria una quantità di luce doppia rispetto a quella necessaria senza filtro. Quindi il diaframma andrà aperto di uno stop (per esempio da f/8 a f/5.6) oppure che il tempo di posa andrà raddoppiato (ad esempio da 1/250 a 1/125).

Qui però va fatta una piccola precisazione. Se fotografiamo un paesaggio all'infinito, l'apertura del diaframma non dovrebbe avere effetti pesanti, ma se stiamo lavorando su un soggetto in primo piano, l'aumento dell'apertura potrebbe creare dei problemi di sfocature dati dalla diminuzione della profondità di campo. Quindi il consiglio è quello di avere molta cura della scelta del piano di messa a fuoco.

Nel caso invece in cui si scelga di lavorare sui tempi, ricordatevi che l'incremento del tempo di otturazione potrebbe creare del micro-mosso, quindi, nel caso in cui siate costretti a lavorare al di sotto dei tempi di sicurezza, diventa fondamentale ricorrere all'utilizzo di un cavalletto, o di un appoggio stabile.

TIPS AND TRICKS

Un ulteriore nota interessante relativamente all'uso dei polarizzatori è relativa all'eliminazione dei riflessi del flash su superfici riflettenti come il vetro. Se state fotografando delle bottiglie, ad esempio, vi renderete conto che è quasi impossibile eliminare alcuni riflessi riflessi del flash (sopratutto se state usando un flash frontale senza diffusore per illuminare l'etichetta della bottiglia). In questo caso, si utilizza una tecnica chiamata CROSS POLARIZATION (o doppia polarizzazione o polarizzazione incrociata) che consiste nell'istallare il filtro polarizzato sull'obbiettivo e utilizzare una gelatina polarizzata da montare davanti al flash. Utilizzando la modalità live view della macchina (o ancora meglio lavorare in tethering e usare la modalità live view sul computer), è possibile ruotare la gelatina davanti al flash fin quando non vedrete scomparire del tutto il fastidioso riflesso. Un utile esempio lo potete vedere in questo video al minuto 10:24 (cliccando sulla preview dell'immagine):

 

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

La prima cosa da fare prima di acquistare un filtro polarizzatore è verificare il diametro dell'ottica sul quale si decide di utilizzarlo. Se abbiamo più ottiche diverse, è molto probabile che il diametro non sarà il medesimo e bisognerà decidere se acquistare più filtri o dedicare un'ottica specifica alla fotografia di paesaggio. Esistono anche dei porta filtri e adattatori, ma ricordatevi che più cose mettiamo di fronte alla lente e peggio è!

Una delle caratteristiche che rende un filtro di qualità è lo spessore del vetro: un filtro slim, ovvero sottile, avrà non solo la capacità di sottrarre meno luce all'esposizione, ma anche di provocare in maniera minore fenomeni di distorsione come la vignettatura.

Altro elemento da valutare è la robustezza di costruzione: i filtri vengono montati e smontati continuamente e con il passare del tempo, tale operazione, non deve compromettere il funzionamento della filettatura.

Ovvio che un filtro che sia contemporaneamente robusto e sottile, lo rende automaticamente anche costoso.

Tra i migliori filtri vi segnaliamo:

 

 

Camera Chiara

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