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High key vs Low key (prima parte)

Quando decidiamo di scattare una foto, uno dei primi parametri che istintivamente verifichiamo è la quantità di luce che deve entrare in macchina per trovare la corretta esposizione del nostro soggetto... questo è quello che, più o meno da manuale, è il comportamento corretto.

Però, a volte, può capitare che una determinata fotografia si presenti palesemente sovraesposta o sottoesposta, ma percepiamo immediatamente, guardando la foto, che la composizione non risulta sbagliata, ma al contrario che sia volutamente creata in quel modo per donare ad esempio, un'atmosfera cupa e drammatica o, al contrario, per ottenere un effetto di grande luminosità.

Siamo di fronte alle due tecniche di scatto definite High Key (o chiave alta) e Low Key (o chiave bassa) che rappresentano due tecniche molto importanti soprattutto nella fotografia di moda e commerciale.

Partiamo analizzando la tecnica High Key, cioè la tecnica che produce effetti di grande luminosità, con immagini chiare, in cui è evidente la predominanza di toni chiari, in particolare del bianco, e la quasi completa assenza delle ombre fortemente contrastate.

Questa tecnica produce immagini che trasmettono un senso di purezza, di freschezza e positività, ed è per questo motivo che spesso, è utilizzata per fotografare bambini o volti dai lineamenti eterei, ma risulta anche molto utilizzata in ambito commerciale per realizzare materiale pubblicitario in ambito estetico, farmaceutico ma anche nel campo del design, perchè permette di definire la linearità, le forme e le peculiarità dei materiali dei singoli oggetti.

Come abbiamo sottolineato più volte nei nostri articoli, bilanciare le luci e le ombre, dovrebbe essere una delle capacità principali di ogni fotografo. Questo perchè, l'uso sapiente di questi due elementi, è in grado di conferire un mood specifico ad ogni scatto.

Quando decidiamo di realizzare uno scatto in High Key, la prima cosa da cui partire è utilizzare una luce principale che diventa, appunto, la luce chiave. Una volta trovata questa fonte luminosa, bisogna capire dove cadono le ombre e posizionare una luce di riempimento, o un pannello riflettente, che sia in grado praticamente di annullare le parti scure.

In questa foto è possibile vedere la modella che è stata posizionata verso la luce che proviene dalle colonne di un porticato. Questa luce è la luce principale che, provenendo da una posizione laterale, avrebbe creato diverse ombre sul lato opposto del corpo. Posizionando un grande pannello riflettente in direzione opposta alla luce principale, sono state riempite le ombre che si sarebbero naturalmente create. Per conferire ulteriore luminosità all'intera immagine, la foto è stata poi ulteriormente elaborata in post produzione per schiarire il contesto dal colore chiaro, lasciando un bel contrasto cromatico sul corpo della modella.

Generalmente, per avere il massimo controllo della luce sul soggetto, inclinazione, caduta e produzione delle ombre, l'ideale sarebbe creare questo tipo di set in studio, perchè lavorare in luce naturale, per quanto risulti decisamente più comodo ed economico, porta alcuni rischi, come la variazione della posizione del sole o eventuale presenza di nuvole. Lavorare in studio, permetterà di poter controllare la posizione, l'inclinazione e l'intensità della nostra illuminazione in maniera flessibile ed estremamente precisa.

Proprio per avere il massimo controllo sulla luce, l'ideale sarebbe quello di lavorare con luce continua, perchè ciò ci permetterà di vedere immediatamente il risultato del nostro set. Ovviamente il medesimo risultato lo possiamo ottenere anche con i flash, soprattutto se usiamo torce da studio professionali, che, grazie alla luce pilota, posso darci un'idea di come la luce possa avere effetto sul nostro soggetto.

Che si tratti di luce continua, torce da studio o flash speedlight, la regola principale per questo tipo di scatto, è evitare assolutamente la produzione di luce dura che causerebbe ombre fortemente contrastate. Ricordatevi quindi che in questo caso è d'obbligo la luce diffusa e morbida, quindi largo uso di modificatori, anche di grandi dimensioni.

Se usate una luce di riempimento, per bilanciare le eventuali ombre prodotte dalla luce principale, questa dovrà avere una potenza ridotta almeno di uno stop rispetto alla fonte luminosa predominante (la differenza di intensità tra le luci è definita “lighting ratio” o “rapporto di illuminazione”). Questa differenza di luminosità servirà a creare un piccolo contrasto di ombre, quel tanto necessario a creare comunque, una tridimensionalità del soggetto che rischierebbe di diventare eccessivamente piatto. Inoltre, per avere un fondo perfettamente schiarito, dovrete aggiungere una o più fonti luminose posizionate direttamente sullo sfondo, dietro al soggetto, che permetteranno di avere un bianco pulito e nitido.

Ecco uno schema tipico per un ritratto High Key prodotto in studio.

Una soluzione ugualmente efficace e molto usata nelle foto di prodotto, prevede di usare una luce proprio come sfondo posizionata dietro uno schermo diffusore che permetterà di avere un fondo bianco completamente pulito, e il soggetto posto di fronte allo schermo. Come nel caso precedente, dovranno essere utilizzati due schermi riflettenti o due luci di riempimento posizionati frontalmente al soggetto, secondo lo schema sottostante.

Come detto poco sopra, l'elemento importantissimo in questa tipologia di scatto, è che la luce sia il più morbida e diffusa possibile perchè lo scopo principale è che la luce avvolga letteralmente il nostro soggetto. Nel caso in cui non si posseggano dei softbox adatti al nostro flash, un'idea potrebbe essere quella di puntare le luci verso pannelli riflettenti posizionati frontalmente al soggetto. In questo caso, la luce colpirà i pannelli e si diffonderà uniformemente illuminando in maniera morbida gli elementi frontali.

Se questa tecnica si presta egregiamente per la realizzazione di ritratti e foto di prodotto, può dare incredibili risultati anche in ambito paesaggistico... certo, nel caso specifico non tutte le ambientazioni saranno ideali, ma, come è facile pensare, tutte le condizioni in cui è presente una superficie innevata, possono regalare interessanti prospettive. Ovviamente in questo caso, vi troverete ad utilizzare un'unica fonte di luce e nessun elemento su cui farla rimbalzare, quindi queste situazioni richiedono un po' più di abilità, ma ricordatevi che sperimentare è la chiave per ottenere scatti sempre migliori.

In conclusione, possiamo dire che indipendentemente dalla posizione e dalla scelta della fonte luminosa, l'idea principale di questa tecnica è quella di ottenere un ambiente diafano, dove il soggetto diventa davvero protagonista unico dell'inquadratura. Il miglior modo per iniziare a sperimentare è avere un'idea, un progetto in testa e iniziare a provare e riprovare. Una volta che l'idea si è formata nella vostra mente, non resta altro che “pennellare” di luce il vostro soggetto, studiando attentamente come non solo esso venga illuminato, ma come e dove si formano le ombre, in modo da poter intervenire nei punti che volete schiarire. Modificate la posizione della fonte luminosa, provate varie potenze, avvicinate o allontanate la sorgente luminosa fin quando non trovate la combinazione giusta per scattare.

Nel prossimo articolo, parleremo della tecnica opposta, ovvero della Low Key, in cui l'elemento predominante saranno l'ombra e le zone scure in grado di conferire all'immagine un mood completamente diverso da quello appena visto... keep in touch!

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