Griglie nei Modificatori di Luce in Fotografia: cosa sono e come utilizzarle per un controllo totale dell’illuminazione
Quando si parla di fotografia in studio, uno degli elementi fondamentali che spesso passano in secondo piano è la griglia. Se i modificatori di luce, come softbox, beauty dish e strip box, influenzano in modo determinante la qualità della luce, le griglie ne aumentano il controllo, permettendo di scolpire la scena e di ottenere risultati più precisi e drammatici.
In questo articolo approfondiremo:
- Che cos’è una griglia
- Come si monta e su quali modificatori
- Perché è uno strumento essenziale
- Le diverse applicazioni pratiche
L’obiettivo è fornire informazioni corrette e dettagliate su come e quando usare le griglie in studio, per migliorare l’illuminazione nelle tue fotografie di moda, ritratto o still-life.
1. Che cos’è una griglia e come funziona
Una griglia (chiamata in inglese grid o honeycomb grid) è un accessorio da collocare sul fronte di un modificatore di luce (come un beauty dish, un softbox o un riflettore dedicato). Visivamente si presenta come una struttura a “nido d’ape”, con fori o celle che incanalano la luce in un’unica direzione.

Ma qual'è lo scopo della griglia?
- Concentrare il fascio di luce: La griglia riduce la dispersione laterale, evitando che la luce si diffonda troppo in ambiente.
- Controllare lo spill di luce: Spill indica la porzione di luce che sfugge (e si disperde), oltre il soggetto o si riflette su sfondi e pareti. Con una griglia puoi gestire esattamente dove cade la luce e dove no.
- Creare un’area di illuminazione più focalizzata: A seconda del tipo di griglia (ad esempio, 5°, 10°, 20°, 30°, 50°) si restringe maggiormente l’ampiezza del fascio, ottenendo un’illuminazione più mirata.
In parole semplici, la griglia “forza” la luce a uscire in modo più diretto e concentrato, attenuando la possibilità che si diffonda in aree indesiderate. Quando l’illuminazione è diretta in un’unica direzione, si possono ottenere effetti di luce drammatici, contrasti marcati o semplicemente gestire con precisione come e dove illuminare il soggetto.
2. Su quali modificatori è possibile montare la griglia
Le griglie disponibili in commercio si suddividono in due macrocategorie: quelle pensate per i modificatori morbidi, come sunscim e softbox (di forma quadrata, ottagonale – octabox –, rettangolare o persino molto stretta e lunga – stripbox –), e quelle progettate per i modificatori duri, come il beauty dish (amatissimo nei ritratti di moda e nella fotografia beauty), Fresnel, snoot, parabole e zoom reflector. Di seguito vediamo come si comportano.
Modificatori morbidi
La griglia di un modificatore morbido è composta da varie strisce di tessuto nero, disposte a formare una rete con caselle quadrate e dalla consistenza, appunto, morbida. Applicandola a un softbox, si conserva la tipica qualità soffice della luce, limitandone però la dispersione laterale. Questa soluzione risulta ideale per ritratti in spazi ristretti, quando si vuole evitare di illuminare eccessivamente lo sfondo, di far rimbalzare la luce sulle pareti circostanti o di generare flare indesiderati.
Modificatori duri
La griglia di questi modificatori è rigida, assume la forma di un nido d’ape e di solito è realizzata in metallo nero, sebbene ne esistano anche versioni bianche (Profoto ne ha introdotte di recente; non è certo che siano disponibili anche per i beauty dish e parabole, ma sicuramente ne ho viste per i telezoom). In commercio è possibile trovare griglie di varie dimensioni, identificabili dalla grandezza del nido d’ape. Queste misure vengono espresse in gradi (ad esempio 10°, 20°, 30° ecc.) e indicano l’ampiezza del fascio di luce emesso: un valore più basso corrisponde a un fascio più stretto (con celle più piccole), mentre un valore più alto determina un fascio più ampio. In generale, i modificatori duri producono già di per sé una luce più incisiva e direzionata, ma l’aggiunta di una griglia consente di ottenere un fascio luminoso ancora più mirato e focalizzato. Vedi di seguito agli esempi, per comprendere meglio.
Da ricordare:
Un aspetto sempre da considerare quando si utilizza una griglia è la conseguente riduzione della luminosità: a seconda del modello impiegato, si può arrivare a perdere fino a uno stop di potenza luminosa. Di conseguenza, è buona regola regolare l’esposizione o la potenza di output del flash per compensare tale perdita.
3.Griglie fotografiche: il tuo superpotere per controllare la luce in studio e in location
Le griglie (o “grid”) sono tra gli accessori più sottovalutati e allo stesso tempo potenti nel mondo dell’illuminazione da studio e on location. Grazie alla loro capacità di incanalare il fascio luminoso, puoi trasformare completamente la resa dei tuoi scatti, gestendo al meglio lens flare, spill di luce e persino creando effetti mirati per dare carattere alle tue foto. Di seguito, scopri come sfruttare questo alleato insostituibile nelle tue sessioni di fotografia professionale.
L’uso delle griglie si rivela fondamentale sia in studio sia in location, soprattutto quando desideri un controllo preciso sulla direzione e l’intensità della luce. Ti consentono di isolare il soggetto, enfatizzare dettagli importanti e ridurre le interferenze luminose che possono compromettere la qualità dell’immagine.

3.1 Eliminazione o riduzione del lens flare
Quando utilizzi una luce di contorno o di separazione (rim light) posizionata dietro il soggetto, il rischio di flare sull’obiettivo aumenta. Una griglia direziona il fascio luminoso esclusivamente verso il soggetto, limitando l’angolo di dispersione e riducendo notevolmente la possibilità di lens flare. Vitale in abienti ristretti, utile in grandi abienti.
Vantaggi pratici:
- Maggiore contrasto e nitidezza: il tuo scatto guadagna in precisione ed esalta i dettagli.
- Riduzione di riflessi indesiderati: potrai dire addio a fastidiosi bagliori ai bordi dell’inquadratura o su sfondi vicini.
3.2 Controllo dello spill di luce
Lo spill è quella porzione di luce che si diffonde in aree indesiderate come pavimento, fondale o parti del soggetto stesso. Applicando una griglia a un beauty dish o a un softbox, puoi direzionare il fascio luminoso e ottenere un maggiore controllo sull’illuminazione complessiva.
Perché è utile?
- Gestione selettiva: illumina soltanto una parte del soggetto, lasciando il resto in penombra o in ombra per creare effetti drammatici o eleganti.
- Riflessi inaspettati: in ambienti ristretti, la griglia risulta particolarmente utile per evitare che il fascio di luce, disperso o riflesso su pareti adiacenti, finisca per schiarire il soggetto involontariamente. Concentrando la luce, infatti, si riduce al minimo la possibilità di riflessioni indesiderate e si mantiene un maggior controllo sull’illuminazione complessiva.
- Sfondi più gestibili: se vuoi mantenere il fondale scuro o colorato senza influenze di luce indesiderata, la griglia è la soluzione perfetta per evitare contaminazioni.

3.3 Creazione di “pocket of light”
Le griglie con aperture molto piccole (ad esempio 10° o 20°) ti consentono di ottenere un effetto definito come “punti di luce spot”: un fascio di luce estremamente ristretto che illumina una porzione circoscritta del soggetto o del fondale.
Come sfruttarlo al meglio:
- Enfatizzare dettagli: metti in risalto un volto, un accessorio, un dettaglio del vestito o parte del soggetto, rendendo unico e riconoscibile il tuo scatto.
- Effetto spot sullo sfondo: crea un alone luminoso dietro il soggetto per aggiungere profondità e impatto visivo.
3.4 Controllo della profondità, della tridimensionalità e drammaticità nella scena
Quando si controlla la dispersione luminosa, si possono sovrapporre più fonti di luce in modo coerente, ottenendo un’immagine con profondità e volumi. Vediamo un esempio pratico e costruiamo insieme un set. Immaginiamo di avere:

- Key (o main) light (luce principale): per una fotografia di bellezza o ritratto utilizzando un beauty dish con griglia posizionato in posizione rembrant a destra vista camera, permette di: concentrare la luce sul volto, ottenere lo sfondo scuro (sempre che il soggetto sia almeno a un metro, poco più, dal distante dallo sfondo.
- Fill light (luce di riempimento): Soft box 60x60cm con griglia, posizionato a sinitra vista camera ad un'altezza pari al bacino del soggetto, permette di: schiarire il busto e gambe della modella, mantenendo relativamene immutata la luce sul volto e la luminosità sullo sfondo (pressoché assente).
- Rim (o Edge, o Kick) light (luce di contorno) con strip box e griglia posizionata a sinistra vista camera, dietro rispetto al soggetto e ad un altezza più alta della testa del soggetto, permette di: creare un contorno di luce intorno alla testa e spalle del soggetto, creando ulteriore distacco dallo sfondo. Perfetto per creare profondità e dare un tocco più rifinito ai bordi del soggetto senza rischiare flare. Il risultato è un ritratto (o una foto di moda) drammatico, ben definito e professionale.
- Background light (luce di sfondo) con parabola e piccola griglia da 10° posizionata a destra vista camera, dietro rispetto al soggetto e all'altezza della testa, diretta in modo tale da illuminare solo un’area ristretta del fondale, in prossimità delle spalle/testa del soggetto, creando separazione e profondità con lo sfondo.

Con queste luci sovrapposte, il risultato è un’immagine più “costruita” e controllata, sia dal punto di vista dell’illuminazione che dell’impatto narrativo, anziché una semplice diffusione uniforme e piatta dei punti luce.
Vorrei però mostrarti come si presenta lo scatto finale. Per questo ho provato a ricreare il risultato con un software 3D che simula il comportamento della luce, sebbene non disponga di griglie come accessori per i modificatori. Il mio obiettivo era farti vedere il risultato finale dello schema luce sopra, quindi mi sono divertita a costruire un’immagine che, a grandi linee, illustra l’effetto dell’uso delle griglie, ma senza impiegarle davvero. È un buon esempio per dimostrare che si può ottenere un ottimo controllo simile anche senza griglie, purché si utilizzi uno schema luce leggermente più complesso. Ecco il risultato:


Non è perfetto, ci sarebbe da bandierare la parte superiore della fill light per essere ancora più accurati, ma nel complesso il risultato è molto vicino all’idea di base. Per concludere, vorrei mostrarti invece come sarebbe l’immagine realizzata con lo stesso schema di luce, ma senza l’uso delle griglie. In modo da imprimere bene nella tua mente la loro potenza.



Qual è la scelta giusta e quale quella sbagliata?
Ti starai forse chiedendo la stessa cosa. In realtà, in termini di illuminazione non esiste un “giusto” o uno “sbagliato”: esiste soltanto la soluzione più adatta allo scopo per cui la fotografia viene realizzata. Poniti dunque alcune domande fondamentali:
- Qual è l’intento della fotografia?
- Qual è la destinazione d’uso?
- Che cosa voglio raccontare?
- A chi?
Una volta risposto a questi quesiti, sarà più semplice capire quale schema di luce adottare. Ad esempio, se desideri trasmettere un’atmosfera lussuosa, emozionante e audace, il mood creato dai modificatori con griglia potrebbe essere la scelta più indicata. Se invece preferisci un’immagine brillante, pulita e fresca, i modificatori senza griglia risulteranno probabilmente più appropriati. Ovviamente esiste un mondo di possibilità intermedie che ti invito a esplorare.
Per approfondire
Se vuoi scoprire nel dettaglio le potenzialità dell’illuminazione e dei vari modificatori, ti consiglio di dare un’occhiata a Reverse Lighting, il corso base di illuminazione pensato per farti comprendere a fondo le dinamiche della luce in fotografia. Se invece desideri un approfondimento più avanzato, dai un’occhiata a La luce nella moda e Illuminare la bellezza, il primo un manuale, il secondo un video corso con testi specifici per i rispettivi segmenti fotografici.
You deserve to shine!