Nel nostro ultimo articolo, abbiamo dato un'occhiata ad alcune delle migliori attrezzature, in campo fotografico, presenti al momento sul mercato sia in ambito amatoriale che professionale, e, sulla scia di quanto abbiamo scritto, oggi vorremmo raccontarvi qualcosa dell'ultimo gioiello nato in Casa Canon: Canon EOS R3
Come abbiamo già ripetutamente sottolineato, la tecnologia mirrorless non solo ha trasformato il modo di fotografare ma ha innescato una vera e propria battaglia tra le varie case produttrici che si stanno sfidando a colpi di macchine con caratteristiche davvero stupefacenti.
E possiamo dire che stupefacente è un aggettivo che si adatta abbastanza bene alla nuova macchina full frame sportiva professionale prodotta da Canon, usata in anteprima dai fotografi presenti durante le esibizioni di Tokyo 2020 e ora ufficialmente in vendita dopo gli ultimi ritocchi.
Sebbene non possa ancora essere considerata l'ammiraglia della casa giapponese (titolo che è attualmente affidato alla Canon EOS 1DX Mark III), la nuova EOS R3, si presenta con una serie di caratteristiche davvero spettacolari che, con i dovuti margini di miglioramento, secondo gli esperti di settore, porteranno la sua evoluzione a posizionarsi in cima alla classifica delle macchine professionali.
Uno degli elementi sicuramente più interessanti di questo corpo macchina, è rappresentato dall'innovativo sistema Eye-control che sposta la messa a fuoco seguendo l'occhio del fotografo.
Questa tecnologia, che ai più può sembrare quasi fantascienza, in realtà vide la sua prima apparizione, su un corpo macchina, nel lontano 1992, quando Canon introdusse questa tecnologia sulla sua EOS 5, una macchina semi professionale a pellicola da 35 mm... e negli ultimi 30 la tecnologia si è evoluta in maniera impressionante. Grazie anche alla tecnologia usata nella scansione degli occhi fornita dalla Medical System di Canon, che ha aiutato nello studio delle cosiddette immagini di Purkinje (sono quelle immagini prodotte da un oggetto grazie alle riflessioni della superficie anteriore della cornea e dalle superfici anteriore e posteriore della lente), la casa giapponese è riuscita a mettere a punto un sistema estremamente efficace.
All'interno del mirino della EOS R3, sono presenti otto LED che emettono diverse lunghezze d'onda di luce infrarossa. L'utilizzo di varie fonti di luce ad angoli diversi, permette al sistema di funzionare anche se l'utente porta gli occhiali o le lenti a contatto. La luce dei led viene riflessa dalla cornea, deviata da un prisma dicroico (cioè un prisma che divide la luce nelle sue componenti rossa, blu e verde, e poi ricombina le immagini) e catturata da un sensore posto lateralmente sempre all'interno della struttura del mirino. Il funzionamento di questo sistema prevede una sorta di calibrazione che può servire o per registrare più utenti o nel caso in cui il fotografo usa diverse tipologie di occhiali (fino a un massimo di 6 personalizzazioni).
Ovviamente la messa a fuoco è possibile anche tramite il tradizionale metodo a joystick ed è estremamente intuitivo. All'interno del mirino, inquadrando l'immagine, è presente il punto di messa a fuoco che può essere mosso sia con il joystick o con il pulsante in aggiunta al sistema Eye -Control (identificato da un cerchietto giallo che si muove con il movimento dell'occhio). Quando il cerchietto si ferma sull'oggetto desiderato, è possibile confermare la posizione o tramite il pulsante di scatto a metà corsa (secondo il metodo tradizionale) o attivando questo comando su un altro pulsante (molti fotografi usano il pulsante di AF-ON che si trova a portata di pollice).
Il sistema dell'Eye-Control inoltre permette di spostarsi in maniera velocissima, da un soggetto all'altro, all'interno dell'inquadratura grazie alla configurazione di rilevamento che consiste in uno scanner di ben 7,560 pixel dedicato alle immagini di Purkinje nell'occhio in grado di far capire alla fotocamera dove sta guardando l'occhio.
Il sistema autofocus naturalmente si basa sulla tecnologia Dual Pixel CMOS AF (presente sulle sorelle minori R5 e R6) ma con un nuovissimo algoritmo Deep Learning AF, che non solo conferisce prestazioni sempre migliori dell'autofocus, ma introduce oltre alla cattura dell'occhio umano e quello animale, anche il riconoscimento dei veicoli a motore. I tecnici giapponesi hanno lavorato a fondo sull'autofocus e ora la sensibilità dichiarata arriva a ben -7,5EV, con la possibilità quindi di operare anche in condizioni di scarsa luminosità.
Fatta questa doverosa introduzione, passiamo alle altre specifiche tecniche.
E' dotata di un sensore CMOS BSI Stacked da 24, 1 megapixel, una struttura cosiddetta impilata (cioè un sensore che dedica uno strato per raccogliere i dati dell'immagine e uno che li elabora), utilizzata negli ultimi anni da Sony, che garantisce di gestire grandi quantità di dati a velocità più elevate e anche di avere dimensioni decisamente più ridotte. Questo permette di avere enorme fluidità nel mirino, raffica elevata a piena risoluzione, rolling shutter estremamente ridotto e la possibilità di registrare filmati a frame rate più elevati.
Il nuovo sensore permette di sfruttare l'otturatore elettronico con tempi da 30 secondi a 1/64.000 di secondo, raffiche RAW da 30 fps (con la possibilità anche di scegliere raffiche a una minore velocità) e sincro flash fino a 1/180 s. Inoltre è possibile regolare con grandissima precisione i tempi di scatto (nell'ordine di singoli millesimi), evitando quindi i fastidiosissimi effetti di flickeraggio anche di luci ad alta frequenza come i led. La sensibilità è compresa tra 100 e 102.400 ISO, con la possibilità di espansione in entrambe le direzioni ottenendo un range di 50-204.800.
Inoltre il sensore è montato su un sistema di stabilizzazione a 5 assi che offre fino a 6,5 stop di espansione dei tempi di sicurezza che arrivano a 8 stop grazie all'accoppiata con alcune ottiche RF stabilizzate.
Anche il comparto video è di altissimo livello. La risoluzione di 24,1 MP significa che il sensore può acquisire video RAW 6K fino a 60p, il che consente anche di registrare 4K in oversampling fino a 60p. Inoltre, è possibile acquisire 4K a 10 bit fino a 120p e non esiste più il limite di registrazione a 29 minuti. La EOS R3 può registrare fino a 6 ore consecutive con frame rate normali e fino a 90 minuti salendo a 100/120fps. E' presente anche lo slot per SD tradizionali per il salvataggio di foto e video, ma ovviamente le raffiche performanti e i video ad alti bitrate sono solo appannaggio delle Cfexpress.
Dal punto di vista delle connessioni, troviamo un ingresso per microfono, uscita cuffie, USB-C, mini- HDMI, sinchro flash e connettore ethernet RJ425 che permette di collegare la macchina direttamente alla rete per inviare le immagini in agenzia o redazione. Grazie anche alla connettività buethoot e WI-Fi, la macchina può utilizzare un telefono cellulare con Canon Connet App e Mobile File Transfer App per effettuare i trasferimenti utilizzando la rete mobile. Inoltre Canon sta lavorando per rendere la EOS R3 un prodotto certificato MFI (Made for Iphone) e grazie all'utilizzo di un cavo lightning/USB-C potrà sfruttare un Iphone come un vero e proprio modem per connettersi alla rete al pari della rete cablata. Inolte sarà possibile aggiornare i firmware della macchina direttamente dall'APP sul proprio dispositivo mobile senza dover passare necessariamente dal caricamento tramite SD (come succede ora per R5 e R6).
In termini di maneggevolezza, Canon EOS R3 è un incrocio tra lo chassis e la configurazione generale di Canon EOS-1D X Mark III e la manegevolezza di Canon EOS R5 il che la rende familiare agli utenti di entrambi i modelli. Come Canon EOS-1D X Mark III, si tratta di un corpo macchina professionale in stile DSLR con impugnatura verticale integrata (che utilizza la stessa batteria ad alta capacità). In linea con il resto della famiglia EOS R, l'R3 possiede un touchscreen completamente articolato, ma nonostante ciò, mantiene ancora lo stesso livello di impermeabilità dell'ammiraglia 1D X Mark III.
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