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Helmut Newton

Torniamo oggi a parlare di storia della fotografia e dei grandi maestri che hanno trasformato con la loro arte la cultura visiva dell'ultimo secolo. Sicuramente una delle figure più controverse e del XX secolo è il fotografo Helmut Newton, considerato unanimemente uno degli artisti più trasgressivi soprattutto per il modo in cui ha interpretato la figura femminile dagli anni '60 in poi.

Helmut Newton, il cui nome originale era Helmut Neustädter, nasce a Berlino il 31 ottobre del 1920. All'età di soli 8 anni, insieme al fratello maggiore, ha il suo primo contatto con il mondo dei quartieri a luci rosse, dove ha modo di vedere la famosa prostituta Red Erna, solita indossare stivali altissimi fino quasi all'inguine e la frusta: un evento che sicuramente avrà un impatto fortissimo sulla sua futura produzione artistica.

A 12 anni, dopo aver risparmiato per lungo tempo, acquista la sua prima macchina fotografica per poter dare sfogo alla sua creatività immortalando proprio gli scorci di quei quartieri che lo attraggono così magneticamente, al punto da tralasciare completamente gli studi fino ad essere espulso dalla scuola americana che frequentava per scarso rendimento.

Nel 1936, continuando sulla strada della passione della fotografia, decide di iniziare un apprendistato presso la nota fotografa di moda Yva (pseudonimo di Else Ernestine Nauländer) ma poco dopo, a causa delle leggi razziali, viste le sue origini ebraiche, è costretto ad abbandonare la Germania iniziando così un percorso che lo porterà a girare mezzo mondo.

Si imbarca su un piroscafo diretto in Cina, ma durante il viaggio, decide di fermarsi a Singapore, dove diventa membro dello staff del quotidiano Straits Times in qualità di fotografo. Durante il suo soggiorno, conosce una ricca signora belga di cui diventa amante e con lei inizia un lungo viaggio attraverso le colonie inglesi fino ad approdare in Australia nel 1940. Dopo una piccola parentesi di prigionia, in quanto cittadino tedesco, decide di arruolarsi nell'esercito australiano per combattere al fronte e ci rimarrà fino al 1945 ottenendo la cittadinanza australiana nel 1946.

Dopo poco tempo conosce e sposa , l'attrice e modella australiana June Brunell che come lui coltiva la passione della fotografia e che decide di adottare lo pseudonimo di Alice Springs, proprio come il nome della città. E' in questo momento che Helmut decide di cambiare il proprio cognome da Neustädter a Newton che altro non è che la traduzione letterale in inglese.

Con il nuovo nome, più facile e intuitivo da pronunciare e capire, Newton decide di aprire a Melbourne un negozio di fotografia arrivando ben presto a pubblicare diverse sue fotografie su riviste del calibro di Playboy, specializzandosi però sempre di più nel settore della moda.

E' questo il momento in cui l'Australia comincia a stargli stretta, e decide di trasferirsi a Parigi per perfezionare la sua professione di fotografo di moda, acquistando ben presto fama e notorietà cominciando collaborazioni con le più importanti testate di settore come Vogue, Harper's Bazaar, Max, GQ, Vanity Fair, Marie Claire.

La sua incredibile ascesa come icona del mondo della fotografia, seppur molto discussa dalla critica, si lega in maniera indissolubile alla forza dei suoi scatti intrisi di erotismo e sensualità sconfinando spesso nel sadomasochismo e fetish.

La critica si divide in maniera netta tra coloro che lo ritengono un vero genio in grado di aver elevato la fotografia di moda ad arte, mentre altri lo etichettano come misogino le cui fotografie hanno superato il limite dell'accettabilità.

Ben consapevole delle critiche che gli venivano mosse, comincia a creare un vero personaggio su quell'immagine da cattivo ragazzo tanto che di lui rimane molto famosa la sua frase: bisogna sempre essere all'altezza della propria cattiva reputazione.

Nei suoi scatti, le donne sono sempre riprese in pose provocanti: si aggirano per i corridoi di alberghi cariche di tensione erotica o spesso immortalate in pose languide colme di una soddisfazione tipica di un non ben definito godimento fisico.

La sua carriera è costantemente accompagnata dal gusto della provocazione, dalla naturale propensione verso l'eccesso e la trasgressione ma sempre con un intento lucido e ironico. Lui stesso ha più volte ribadito: “...se c'è qualcosa che odio è sicuramente il buon gusto: per me è una parolaccia”. Tuttavia, nonostante gli eccessi a lui attribuiti da una critica forse troppo bigotta, il buon gusto rimane uno degli elementi che caratterizzano le opere di Newton, perchè i suoi ritratti carichi di erotismo non sono mai volgari.

Il mio lavoro come fotografo ritrattista è quello di sedurre, divertire e intrattenere. Nelle mie foto non c’è emozione. È tutto molto freddo, volutamente freddo. Mi piace fotografare le persone che amo, la gente che ammiro, il famoso e specialmente il famigerato.

Nel 1974 esce il suo primo libro intitolato “White Women” che suscitò la reazione auspicata, e cioè una vera bomba, partendo addirittura proprio dal titolo che venne considerato razzista tanto che lui replicò : Ma quale razzismo... è un titolo bellissimo tanto più che non c'è nemmeno una donna nera in tutto il volume.... Si tratta del primo libro monografico dell'artista che raccoglie 84 immagini a colori e in bianco e nero dove il nudo e l'erotismo si incontrano con il mondo della moda e che testimoniano la trasformazione radicale della figura femminile nella società occidentale.

Le sue modelle sono muscolose, forti e alte come il prototipo della modella anni '80 inserite in scenari che riflettono le sue ossessioni represse e per questo, comprensibilmente, molti hanno ritenuto che l'immagine della donna derivante dal suo lavoro fosse da considerarsi degradante.

Egli era ben cosciente che più il suo lavoro fosse ambiguo più sarebbe riuscito a disorientare lo spettatore creando così qualcosa difficile da dimenticare.

La sua grandezza artistica venne definitivamente celebrata quando, nel 1996, il ministro della cultura francese gli concede il titolo di Gran Commendatore delle Arti e delle Lettere.

Durante quegli anni torna spesso nella sua città natale, Berlino, dove frequenta e fotografa personaggi del calibro di Rainer Werner Fassbinder e Wim Wenders e dove trova lo spunto per uno dei suoi più grandi e famosi lavori Big Nudes realizzato nel 1981 che inaugura una nuova dimensione-misura: quella delle gigantografie che si impongono quasi prepotentemente in moltissime gallerie e musei di tutto il mondo. L'ispirazione per questi imponenti nudi di donne a figura intera, realizzati con una macchina medio formato, nasce dall'osservazione dei manifesti della polizia tedesca per ricercare i membri dell'organizzazione terroristica RAF.

Oltre al suo occhio verso il mondo dell'erotismo e della moda, Newton è stato anche un eccezionale ritrattista realizzando famosissimi scatti di personaggi del cinema, della politica e della cultura in genere come Ava Gardner, Charlotte Rampling, Catherine Deneuve, Romy Schneider, Raquel Welch, Sigourney Weaver, Margaret Thatcher, Helmut Kohl, Jean-Marie Le Pen e molti altri.

La mattina del 23 gennaio 2004, a 83 anni, Newton si schianta con la sua Cadilac sul muro dello Chateau Marmont, l'hotel in cui amava risiedere quando passava il suo tempo a Los Angeles.

Sua Moglie June raccoglie l'immensa eredità fotografica del marito fondando la Newton Foundation a Berlino, dove ogni anno viene inaugurata una grande mostra, in cui oltre alla premiazione di un giovane talento che può vivere l'occasione come un trampolino, vengono presentati scatti e cimeli provenienti da un archivio infinito di storie che sono state la sua vita.

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