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Gestire il flusso di lavoro

Quando si parla di professionismo nel campo della fotografia, uno degli aspetti fondamentali, che spesso vengono ignorati dagli stessi operatori di settore, non ha a che fare con la tecnica, bensì con l'organizzazione del proprio lavoro. Infatti, oltre alle competenze tecniche in campo fotografico e della gestione del fotoritocco, l'organizzazione, l'archiviazione e comunque il metodo di lavoro, sono elementi fondamentali per chiunque voglia rendere questa attività produttiva e remunerativa. Senza una gestione corretta delle proprie attività, uno dei rischi più comuni è quello di accumulare in maniera caotica i propri lavori, archiviandoli in maniera disordinata, con l'altissimo rischio che vengano accidentalmente cancellati.

Oggi vi proponiamo quindi, qualche suggerimento utile su come gestire un flusso di lavoro in modo da aiutarvi a semplificare i vari processi che dovrete attivare dopo il “click” del vostro servizio fotografico.

Creare un proprio flusso di lavoro, non è una cosa semplice ne tanto meno intuitiva... possono volerci diversi tentativi per capire qual'è la sequenza di azioni più adatta alle proprie necessità, e comunque, nulla vieta che una volta trovata, questa non possa cambiare negli anni, grazie anche alla maggior esperienza acquisita con il trascorrere del tempo. Per chi non ha mai pensato di ottimizzare il proprio lavoro dopo lo scatto, poterebbe essere utile prendersi un po' di tempo per capire quali sono le operazioni essenziali da eseguire, magari buttando giù una lista utilizzando carta e penna.

Quello che vi presentiamo, potrebbe essere un'idea di partenza divisa per punti:

  1. Una volta realizzati gli scatti fotografici, trasferire i file creando una serie di cartelle dedicate ai singoli lavori sul computer e, contemporaneamente, creare una copia di ogni lavoro possibilmente off-site, magari su un cloud di backup come ad esempio Dropbox o quello che preferite. In questa fase è estremamente importante rinominare i file in modo coerente.

  2. Creare, all'interno della cartella principale di lavoro, una serie di sottocartelle (che dovranno essere a loro volta backuppate) rinominate, ad esempio, nella seguente maniera:

    Originali

    Da modificare

    Prove per il cliente

    Finali per il cliente

    Risoluzioni web

    Backstage (Se presente durante lo shooting...)

  3. Importare i file nel software di elaborazione immagini prescelto (come Lightroom, Capture one...) e attivare le seguenti procedure:

    aggiungere eventuali metadati o parole chiave

    applicare eventuali pre-impostazioni batch

  4. Analizzare accuratamente i vari file, in modo da eliminare quelli palesemente errati. Ad esempio gli scatti dove il soggetto ha gli occhi chiusi, o i file eccessivamente sovraesposti o sottoesposti, o quelli dove è presente del micromosso o delle parti sfocate, o comunque tutti quelli che non rispondono alle aspettative che vi siete prefissate per il risultato finale. Un'alternativa all'eliminazione dei file, potrebbe essere quella, ad esempio di selezionare solo i file corretti attribuendo a tali immagini elementi di classificazione (presenti in tutti i software di gestione delle immagini RAW) come stelle, punti o colori, in modo da avere tutti i materiali sott'occhio.

  5. Una volta effettuata la scelta del materiale, procedere con le modifiche generali da apportare all'interno dello spazio di lavoro prescelto in modo da effettuare le correzioni globali, come il bilanciamento del bianco, la correzioni di eventuali sovra o sotto esposizioni, eventuali distorsioni delle ottiche utilizzate e procedere poi con l'apertura dei file in software per la postproduzione come Photoshop per eseguire i ritocchi sui singoli file.

  6. Una volta finita la fase di postproduzione, salvare e esportare i vari file ricordando di effettuare queste operazioni:

    salvataggio delle alte risoluzioni in JPG

    salvataggio dei medesimi file in risoluzione più bassa in JPG o PNG per un'eventuale versione web dei vari file

    salvataggio delle cartelle di alte risoluzioni e basse risoluzioni sul Computer e backuppare le medesime cartelle su disco esterno e su uno spazio Cloud (ricordatevi che la prudenza non è mai troppa...meglio un backup in più che in meno!). 

  7. Siete alla fine del percorso... a questo punto il materiale è pronto per essere consegnato al cliente o condiviso sulle piattaforme web come blog, social media oppure siti per la condivisione delle immagini.

Questo è semplicemente un esempio di come può essere gestito un workflow, e non è assolutamente detto che sia il miglior modo per lavorare, ma è comunque un buon punto di partenza per chi magari è ancora alle prime armi con la gestione del proprio lavoro. La cosa davvero importante è che ognuno analizzi le proprie necessità, e deve essere chiaro che avere un metodo di lavoro, vi permetterà non solo di ottimizzare i tempi della postproduzione ma anche di archiviare tutti i vostri servizi in modo semplice e facilmente accessibile.

Per quanto riguarda i software per la gestione dei file raw, e il ritocco, non vogliamo addentrarci in questo articolo sulle differenze tecniche dei vari sistemi (ma potete trovare un valido articolo qui), ma ci preme sottolineare che, se volete trasformare la vostra passione in un vera professione, il consiglio che ci sentiamo di dare è quello di affidarvi a soluzioni professionali. Il mercato oggi, offre diverse soluzioni, ma spesso i software gratuiti mancano di alcuni elementi davvero importanti per ottenere un risultato di alto livello, quindi, nella valutazione globale dei vostri investimenti, oltre all'attrezzatura che vi permetterà di ottenere i vostri scatti, dovete considerare anche l'eventuale acquisto di un pacchetto software adeguato alle vostre necessità.

Come accennavamo poco fa, non vogliamo addentrarci in differenze tecniche tra i sistemi, ma il consiglio è comunque quello di orientarsi verso le due grandi famiglie di software che da anni investono risorse per fornire le soluzioni migliori per i professionisti della fotografia: Adobe (con il suo pacchetto Lightroom e Photoshop) e Phase One (con Capture One).

Come abbiamo visto dalla lista di vari step dell'organizzazione del lavoro, un elemento fondamentale è quello del backup dei file. L'ultimo suggerimento che vogliamo darvi, riguarda proprio le diverse soluzione che potete adottare per salvare i vostri dati.

Come abbiamo detto, dopo aver trasferito i file dalla macchina al computer per cominciare le fasi di organizzazione e ritocco, bisogna immediatamente pensare di creare una copia dei vari file che andrà aggiornata ogni volta che si effettuano delle modifiche sostanziali alle immagini in lavorazione. Ripetiamo... la prudenza non è mai troppa e da un banale problema elettrico, ad un ben più problematico furto della vostra attrezzatura, il rischio della perdita di giornate di lavoro è sempre in agguato.

La soluzione più semplice per effettuare un back up del proprio lavoro è quella di affidarsi a dischi rigidi esterni visto che il mercato offre davvero soluzioni per tutte le tasche. Un ulteriore consiglio, è quello di fare almeno tre copie del lavoro, dove almeno una di queste dovrebbe essere off-site, cioè in un posto diverso dalla vostra casa o il vostro ufficio (l'ideale sarebbe quella di affidarsi a sistemi Cloud). Per quanto riguarda i dischi esterni, siano essi collegati al computer tramite porta USB o Thunderbolt, il consiglio è quello di orientarsi su dischi da 3TB che sono la soluzione più gettonata, ma a seconda della quantità di file che avete, e dalla velocità di crescita dei vostri lavori, potete optare per quelli inferiori da 2TBo superiori, da 5TB.

   

Un approccio un po' più costoso, ma che vi consente di automatizzare e sincronizzare i back up, potrebbe essere quello di pensare a un sistema NAS, che fondamentalmente è un piccolo computer, con un proprio processore, memoria e sistema operativo, ma costruito appositamente per l'archiviazione e la condivisione dei file. L'accesso a tale sistema avviene tramite WI-Fi ed è quindi utile anche per collegarsi con lo smartphone o tablet in quelle situazioni in cui ci sia la necessità di accedere ai singoli file in un momento in cui siete fisicamente lontani dalla vostra postazione (è possibile accedere al box NAS con qualsiasi sistema operativo compresi macOS, iOS, Windows, Android e Linux). Un ulteriore garanzia di sicurezza che il NAS può darvi è quella di configurare i dischi i RAID1 cioè un sistema che vi permette di montare due dischi in mirroring, cioè avete due dischi gemelli quindi se uno dei due dovesse subire una rottura o un malfunzionamento, l'altro conterrà una copia identica di tutti i file dell'altro. Esistono anche altre configurazioni RAID, ma questa è una di quelle più utilizzate e anche gestibile dal punto di vista economico.

    

Rimane infine la questione del salvataggio dei file su un supporto possibilmente fuori dalla vostra casa o dal vostro ufficio. Potete optare per un ulteriore backup su un disco esterno che magari potete lasciare a casa in un amico, ma la soluzione più efficace è quella di acquistare uno spazio su un server on line, che oltre a assicurarvi prestazioni di ottima qualità vi garantisce anche una sicurezza in termini di sicurezza e aggiornamento continuo dei sistemi informatici. La rete offre tantissime soluzioni in merito, la scelta dipenderà dalle prestazioni richieste e dal budget che potete mettere a disposizione.

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