Erwin Olaf Springveld, è stato un fotografo olandese noto per il suo stile distintivo che abbracciava sia la fotografia commerciale che quella artistica. Il suo lavoro, caratterizzato da un'estetica teatrale e da una perfetta cura dei dettagli, ha contribuito a ridefinire il panorama della fotografia contemporanea.

Gli Inizi

Nato nel 1959 a Hilversum, nei Paesi Bassi, Olaf ha iniziato la sua carriera studiando giornalismo alla School of Journalism di Utrecht. Tuttavia, il suo interesse per la fotografia lo ha rapidamente portato a seguire una direzione diversa. Nel corso degli anni '80, ha documentato la vivace cultura queer di Amsterdam, un progetto che ha poi trovato ampio spazio in pubblicazioni queer e mainstream.

Il Lavoro di Olaf

A partire dalla metà degli anni '90, Olaf ha abbracciato la fotografia digitale, producendo una serie di progetti fotografici che hanno segnato la sua carriera. Ha lavorato come fotografo commerciale, realizzando campagne pubblicitarie per marchi di moda come Diesel e Bottega Veneta, e per aziende come Heineken e Nokia.

Nonostante la sua carriera commerciale, il cuore del lavoro di Olaf è sempre stato il ritratto. I suoi soggetti, posizionati in set elaborati e indossando costumi fantastici, erano catturati con un occhio teatrale. L'autore olandese Arthur Japin, ha detto che posare per lui poteva essere liberatorio. "Quando eri con lui eri consapevole che vedeva assolutamente tutto di te, ma che non giudicava". "Ecco perché le persone si aprono a lui. Alcune persone andavano davvero lontano quando venivano fotografate da lui".

L'Evolvere del Suo Stile

Nel corso degli anni, Olaf ha continuato a esplorare varie forme di fantasie e desideri attraverso i corpi umani, spesso misteriosamente messi in scena in interni domestici. Composte deliberatamente e rifinite con lucidità, le opere di Olaf hanno ricevuto riconoscimenti oltre i circoli artistici.

All'inizio degli anni 2000, la fotografia non commerciale di Olaf ha assunto un genere di uber-kitsch reso possibile da Photoshop. Tuttavia, ha cambiato direzione dopo che un curatore di un museo americano ha criticato il suo lavoro definendolo "Eurotrash". Ha iniziato ad esplorare le opere di Norman Rockwell e pittori contemporanei, in particolare Lucien Freud, così come il realismo cinematografico del regista italiano Luchino Visconti, che ammirava per l'"incredibile tristezza" dei suoi film.

Olaf è diventato noto per una sorta di squisita immobilità e perfezionismo, tratti che sono stati messi in evidenza in una doppia mostra all'Aia in occasione del suo 60esimo compleanno nel 2019. Lo stesso anno, il Rijksmuseum ha esposto una dozzina delle sue opere in dialogo con un pari numero di capolavori dell'Età dell'Oro di Rembrandt, Gerard ter Borch e altri. Sono state selezionate tra più di 500 fotografie di Olaf che il Rijksmuseum aveva acquisito l'anno precedente.

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