Immaginate questo: un’editoriale di bellezza che parla di rinascita. Niente fronzoli, niente effetti speciali hollywoodiani. Solo una finestra, una modella, un’idea forte e una luce che sembra dipinta a mano. Ti sembra poco? In realtà, è tutto.
In questo articolo ti porto dietro le quinte di uno scatto della serie “A New Dome”, un progetto editoriale che ho realizzato recentemente per L'Offieciel Baltic, dove ho usato una tecnica di illuminazione minimal, ma estremamente efficace per ottenere un’immagine di forte impatto visivo, partendo da… quasi niente. Ma con tanta, tantissima consapevolezza. Nel video sottostante puoi vedere la spiegazione completa:
“A New Dome” – ovvero, una nuova alba. Già il titolo dice tutto. Questo progetto non è nato solo per essere esteticamente bello. È nato per comunicare un’evoluzione interiore, il passaggio da uno stato all’altro. Crescita, miglioramento, trasformazione.
E no, non è solo filosofia da bar. La fotografia di moda e la fotografia beauty hanno un’enorme potenza narrativa. Ogni luce, ogni posa, ogni ombra comunica qualcosa. E in questo caso, l’obiettivo era proprio far emergere l’anima del soggetto attraverso la luce.
Siamo all’interno del Fashion Art Wise Studio: la luce naturale che entra da portone principale è una benedizione per qualsiasi fotografo.
Era fine febbraio, inizio marzo, intorno a mezzogiorno. La luce del sole era morbida, quasi timida. Non era sparata come in piena estate. E questa è stata la mia fortuna.
Invece di usare 3 flash, 4 softbox e un budget da produzione Netflix, ho fatto una scelta diversa:
Ho posizionato la modella in modo che la luce entrasse lateralmente, da destra (vista camera).
Ho usato un pannello riflettente homemade – una semplice pellicola specchio – per riempire le ombre dal basso.
Stop. Fine. Tutto qui.
Chiamo questo tipo di configurazione 1+1:
Una luce principale (key light) – in questo caso, luce naturale.
Un riempimento (fill) – ottenuto con un pannello riflettente artigianale.
L’idea era quella di ottenere un’illuminazione morbida e diffusa, ma con un minimo di tridimensionalità, giusto per scolpire leggermente il volto senza creare drammaticità.
E se vi state chiedendo “ma può funzionare davvero così bene?”, la risposta è: assolutamente sì, se conosci la luce e la sai “leggere”.
Macchina usata? Canon EOS R5. Obiettivo? 24-105mm f/4, usato a circa 90mm per il ritratto.
È un’ottica che mi accompagna spesso nei miei editoriali, perché mi consente versatilità: passo da figura intera a primo piano senza spostarmi troppo e super utile negli ambienti stretti!
Nei lavori editoriali per ogni look cerco sempre di realizzare:
Uno scatto a figura intera
Uno a mezzo busto
Uno in primo piano
Perché così? Perché una storia ben raccontata ha bisogno di variazione visiva. Altrimenti, il rischio è che ogni immagine sembri la fotocopia della precedente.
L’immagine ha un aspetto morbido e cinematografico. Non ho ottenuto quel mood in post-produzione, ma direttamente in camera, usando due filtri:
Black Pro-Mist 1/4 – per abbassare il contrasto e ammorbidire le alte luci
Filtro artigianale con pellicola dicroica, che crea riflessi colorati agli angoli (nella descrizione al video avete i link ai prodotti, se vi interessa)
L’uso combinato di questi filtri crea un’immagine che non sembra digitale, ma piuttosto simile a uno scatto su pellicola analogica. Quel look un po’ sognante, un po’ retrò, che oggi – guarda caso – è super richiesto anche nei lavori commerciali.
Impostazioni di scatto:
ISO: 400
Diaframma: f/5
Tempo di esposizione: 1/100s
“La luce non si compra. Si comprende.”
È una frase che ripeto spesso nei miei corsi di fotografia, e questo scatto ne è la dimostrazione.
Non c’è bisogno di mille attrezzature. C’è bisogno di:
Allenare l’occhio attraverso una COSTANTE, sì avete letto bene, costante e incessante educatione visiva
Conoscere le dinamiche della luce e saperla leggere, in modo da sfruttarla e manipolarla a nostro piacere
Sperimentare e, soprattutto, divertirsi!
Ogni ombra, ogni riflesso, ogni variazione di tono è un indizio. E imparare a leggerli significa diventare consapevoli.
Nel videocorso “Reverse Lighting”, spiego proprio questo: come riconoscere gli schemi luce guardando una foto. Perché saperli ricreare è una skill fondamentale per ogni fotografo di beauty e moda.
Imparare la luce non è solo una questione tecnica, è un linguaggio. E chi lo padroneggia, può raccontare qualsiasi storia – dalla pubblicità più commerciale al ritratto artistico più introspettivo.
Potreste prendere lo stesso set, la stessa finestra, la stessa pellicola specchio, e ottenere un risultato completamente diverso. Perché ogni fotografo vede in modo diverso.
Non si tratta di replicare un esercizio, cosa che comunque invito a fare. Ma dopo che avete acquisito la tecnica cercate di creare le vsotre tecniche e poi adattarle alla vostra visione.
E se siete all’inizio? Non vi preoccupate. Tutti partiamo (o siamo partiti) da lì. Il segreto è uno solo: provare, sbagliare, riprovare e sopratttutto non mollare!
La fotografia di bellezza è fatta di dettagli. E spesso, i dettagli più potenti sono quelli che non si vedono, ma si percepiscono.
In questo scatto c’è tutto:
Un concept forte
Una luce naturale usata con intelligenza
Un tocco creativo fatto di filtri artigianali
Una tecnica semplice ma efficace
E soprattutto, una storia da raccontare.
Se volete imparare a creare fotografie di bellezza che non solo si vedono, ma si sentono, vi invito a dare un’occhiata al mio videocorso completo su Imagery Academy ILLUMINARE LA BELLEZZA. Lì troverete tutta la mia esperienza condensata in un percorso pratico, dalla pre-produzione, ai vari set e schemi luce, alla post-produzione.
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Un abbraccio,
Azzurra Piccardi
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